Ditemi dov’è nascosto

In Italia è in uso una sorta di solidarietà fra appartenenti allo stesso club, partito, fazione, curva o cos’altro, consistente nel prendere le parti del collega costi quel che costi. Cioè anche se dovesse costare la negazione di un principio da sempre professato. Lo chiamano fare squadra l’autocelebrare la fazione o cos’altro, dire stupidaggini, fare propaganda e di bassa lega.

Meritocrazia, competenza, valgono sì come metodi, ma per gli avversari, autentici nemici per la spartizione del potere.

Non esiste un giusto potere, ma il mio potere contro il tuo.

Ecco, la verità è che se si vuol davvero fare gli interessi di una comunità, i nemici non dovrebbero essere mai gli avversari, ma chi vuole usare metodi di spartizione, promuovendo l’amico e dipingendolo anche come un ineffabile e competente tecnico, che sia un appartenente alla tua fazione o no.

Il nemico è chi pensa di fare gli interessi della comunità promuovendo le filiere, scartando i buoni ma non allineati, commerciando l’interesse pubblico con l’interesse di bottega. Ma quale garanzia ha una comunità se a capo di un importante ente si mette l’amico di sempre? Sarà pure competente, se capita, ma il sistema usato è di uno squallore imperdonabile. Il migliore non ha colore politico, è bravo e basta.

Può mai il migliore essere proprio quello che sta nel tal partito, in fila aspettando l’appello, la chiamata?

Da anni cercano di insegnarci che sarebbe proprio così, che, cioè, i migliori stanno tutti nei partiti di governo, dove si sono dati appuntamento per creare un mondo nuovo, giusto che, quindi, non può che essere che loro creatura, purché usi quelle stesse braccia che stanno in quei partiti come in un’associazione di irrangiungibili scienziati, chiusa, anzi aperta solo a chi ha, per dote, anche una provatissima fedeltà, e, sia chiaro, non all’idea o ai principi, ma allo scopo.

Una menzogna vera e propria, alla quale hanno costruito obelischi, eretto cattedrali sacrificando quelli che davvero hanno un valore proprio e non dato dall’appartenenza.

Menzogna e cinismo, gli ingredienti della politica degli ultimi decenni, di cui non ha fatto a meno nessuno, tranne sporadiche eccezioni. Aggressività, autocelebrazione, subdole circonvenzioni di cittadini incapaci di ragione, e distruzione della dignità civica, i condimenti di questa nauseabonda pietanza.

Io di questi politici non ho paura, non avendo nulla da chiedere loro, ma ho paura che i danni che arrecano alla comunità siano irreversibili ed emendabili solo con una auspicabile e allegorica fine del mondo.

Ci sarà pure, in un angolo di questa martoriata regione, un antro con ben nascosto un tasto di reset?

Vi prego se c’è, ditelo, e verrà fuori un eroe che, dopo aver abbattuto tutte le difese poste a salvaguardia del tastino, riuscirà a schiacciarlo, semmai rimettendoci la vita, ma dopo aver compiuto l’eroico gesto.

Chi sa dov’è, batta un colpo!

Luciano Petrullo
Luciano Petrullo
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Un commento

  1. L ‘eroico gesto è auspicabile come la resistenza al sistema, ma dare la vita ho paura che sia troppo x questi elementi che brinderebbero alla caduta. Confido che poche anime abbiano acquisito infine responsabilità e professionalità e diventati uomini siano fedeli solo a loro stessi.

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