di asterisco
Non è una novità che il vecchio continente sia uno scrigno di reperti che ci aiutano a ricostruire al meglio le sue plurimillenarie origini. Si arricchisce così la conoscenza che a sua volta può diventare volano per i notevoli vantaggi economici e turistici che ne possono derivare. Colpisce invece il modo in cui tutto questo sia recepito in Basilicata.
Si pontifica a spron battuto su come tale patrimonio possa migliorare lo sviluppo e il tessuto sociale del territorio lucano ma si dimentica il contesto culturale in cui è necessario muoversi. Si prenda ad esempio un’eccellenza quale il Museo Archeologico Dino Adamasteanu che arricchisce il capoluogo di regione di collezioni che non hanno nulla da invidiare al Museo Nazionale di Napoli, ma quanti potentini si son affrettati a visitarlo nella sua interezza, è forse meglio rilassarsi su una sedia a sdraio nella piazza centrale o trovare ristoro spirituale in qualche tradizione religioso-popolare riportata agli antichi “splendori” e di nuovo snaturata?
Un qualche turista un po’ più motivato si troverà sempre a giro per il museo e non è detto che sia di nazionalità italiana. Il popolino che s’atteggia nell’apparire emancipato preferisce altri lidi!
Fatte le dovute eccezioni nelle differenti realtà locali: dai resti fossili di una balena nel materano a quelli nel sito di Venosa Notarchirico del più antico leone delle caverne in Europa così come il più antico resto fossile umano mai scoperto in Italia, un adolescente di Homo heidelbergensis risalente allo stesso periodo, e finire alla zanna di un esemplare giovane di Elephas antiquus rinvenuto nella località Calorie di Rotonda.
Enormi potenzialità che andrebbero sfruttate al meglio offrendo strutture recettive idonee e servizi adeguati. Conoscere la storia del nostro territorio ci mette nella situazione ottimale di ipotizzare un futuro ancora più fruibile da parte delle generazioni, quasi anestetizzato oggi da un presente anonimo e abulico, naufraghi senza meta né memoria, sperduti navigatori nella rete, appunto, nelle cui maglie si rimane avvinghiati senza speranza!