Ferragosto a Potenza: dove il nulla è celebrato con grande “pompa”

Ferragosto a Potenza! Ah, le meraviglie di questa cittadina che si erge, con fiera modestia, come il baluardo del nulla cosmico! Perché, diciamocelo, dove altro potresti trovare una tale concentrazione di vacuità mascherata da intellighenzia pseudo-condominiale? Ma andiamo con ordine.

Immagina, se puoi, il viaggio di un turista inconsapevole che, armato di una guida turistica datata e di aspettative frantumabili, si avventura per le strade di Potenza. Ah, l’incanto dei palazzi grigi e anonimi, dove ogni finestra racconta la storia di una giornata uguale a mille altre. Ogni pietra, ogni mattone, sussurra storie di monotonia e abitudini granitiche, come solo una città che si rispetti sa fare.

A Potenza si celebra l’assenza, l’arte del nulla. Le piazze deserte, i negozi chiusi per ferie, i bar con gli avventori di sempre che ti osservano con quello sguardo che dice “sei uno straniero in terra straniera”. E tu, turista ingenuo, cerchi disperatamente un’attrazione, un punto d’interesse, qualcosa che giustifichi il tuo soggiorno. Ma nulla, assolutamente nulla, interrompe la monotonia perfetta di questa città.

E poi ci sono loro, gli abitanti di Potenza, che si crogiolano nella loro cultura da pianerottolo di condominio. Si riuniscono in piccoli gruppi, discutendo animatamente delle questioni del giorno, che spaziano dall’orario di chiusura del supermercato locale alle avventure del gatto del terzo piano. Ogni conversazione è intrisa di una pomposità ridicola, un’autocelebrazione che rasenta il grottesco. Sono convinti di essere i custodi di una conoscenza esoterica, di una saggezza millenaria che solo loro, gli eletti di Potenza, possono comprendere.

E così, tra un caffè annacquato e un gelato mediocre, il turista si rende conto di essere parte di una commedia dell’assurdo. La vera attrazione di Potenza non sono i monumenti o i musei ma l’illusione stessa di essere in un luogo che merita di essere visitato. È un viaggio nell’assurdo, un pellegrinaggio nella vacuità. E mentre il sole tramonta sulle colline lucane, lasciando il posto a una notte altrettanto priva di eventi, il turista sorride amaramente. Ha scoperto il segreto di Potenza: il nulla elevato a forma d’arte, l’assenza celebrata come presenza. E forse, solo forse, tornerà a casa con un aneddoto divertente da raccontare agli amici. Perché in fondo Ferragosto a Potenza è un’esperienza che non si dimentica facilmente.

Gianfranco Lotito
Gianfranco Lotito
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