Radici e futuro evanescenti… se non c’è memoria!

di asterisco

Ennesima prova dell’ipocrisia della classe politica al governo abituata a vivere in una sfera di cristallo avulsa dalla realtà storica che sta alle origini della nostra democrazia e a quella sociale che la caratterizza oggi. Un popolo che si definisce tale ha un futuro solo se ha memoria del suo passato nel bene e nel male. Se vive nell’ignoranza comoda che un pressappochismo sfacciato e ostentato, oggi che è classe di governo, nascondendosi dietro un revisionismo storico impensabile, le consente è tutt’altra cosa e di una gravità inaudita.

Il rispetto per le innocenti vittime delle rappresaglie nazifasciste che hanno insanguinato il nostro Paese lo pretende la storia di un popolo che ha da sempre pagato un duro prezzo per le scelte di una classe dirigente raffazzonata commista a frange di un’aristocrazia decadente e una borghesia rampante il cui minimo comun denominatore è stato da sempre il cambiar casacca. La storia lo dimostra ampiamente, anche se la scuola, che con priorità assoluta dovrebbe adempiere tale compito, non sempre è stata in grado di farlo.

Non ci si meravigli se le celebrazioni di ricorrenze che ci ricordano la nascita della nostra repubblica e le sue radici di fondo vengano ignorate o amplificate al massimo come patrimonio di una certa parte politica, in Italia vige, purtroppo in maniera inspiegabile, il motto “tengo famiglia”!

Né tanto meno occorre aspettare gli anniversari per il ricordo più che legittimo! È la conoscenza storica a dover fare la differenza, l’elenco delle stragi efferate compiute dagli invasori tedeschi e i loro scherani repubblichini è fin troppo lungo: Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto non vanno sottaciute, ne esistono tante altre ma quanti libri di storia lo fanno? Il famoso libro “L’armadio della vergogna” del compianto Franco Giustolisi la dice lunga? La verità storica purtroppo da noi ancora fa paura e sono passati solo ottant’anni, il futuro forse può attendere? 

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