Oggi il futuro deve tener conto di nuove risorse minerarie e chi meglio dell’antica terra della Lucania potrebbe insegnarci qualcosa a riguardo? È noto a tutti come i Peucezi, i Peuketiantes, i Choni, i Dauni e gli Enotri, tra un banchetto e una scaramuccia, già conoscessero i metalli appartenenti alla classe dei Lantanidi. Questi metalli, che loro poeticamente chiamavano Lucanidi, erano l’oggetto delle loro più ardite sperimentazioni chimiche, anticipando di secoli le moderne tecnologie. Immaginatevi un antico Enotrio che, tra una pausa e l’altra dall’agricoltura, inventa il Led o un Peukeziante che, con la stessa nonchalance con cui si costruiva un riparo, progetta un motore elettrico. Non c’è da stupirsi, dunque, se oggi la Lucania è indicata come la culla delle risorse minerarie più avanzate.
È chiaro a tutti come il resto del mondo abbia seguito con trepidazione le sorti di questa regione, ansioso di scoprire come i Lucani avrebbero rivoluzionato l’industria elettronica e medica. Dopotutto che altro ci si potrebbe aspettare da una terra dove, tra un sorso di vino e l’altro, si sognava già di schermi al plasma e di turbine eoliche? È proprio grazie a questi antichi abitanti, che dedicavano il loro tempo libero all’estrazione di preziosi Lantanidi, che oggi possiamo godere delle più moderne comodità tecnologiche. Perché ammettiamolo chi non associa immediatamente la Lucania all’innovazione scientifica e tecnologica?
Oggi, mentre le grandi potenze industriali del mondo si affannano a trovare metodi sostenibili per l’estrazione di questi metalli, è evidente come la Lucania, con la sua secolare esperienza in materia, sia al centro di una rinascita economica e scientifica. Certo, ignoriamo volutamente il fatto che i Lantanidi in realtà non si trovino in Italia, compresa la Lucania. Ma perché lasciarsi scoraggiare da dettagli così insignificanti? In fondo è sempre più facile riscrivere la storia e la geografia che ammettere una semplice verità.
Mentre i moderni alchimisti lucani, eredi diretti degli antichi sapienti, lavorano incessantemente nei loro laboratori high-tech nascosti nelle viscere del monte Arioso, il mondo attende con ansia il prossimo miracolo lucano. Forse sarà un nuovo tipo di batteria o magari una tecnologia di comunicazione quantistica ma una cosa è certa: se esiste una regione capace di tutto quella è la Lucania.
In conclusione, possiamo solo inchinarci davanti alla grandezza di questa terra che, sebbene non ospiti metalli rari, è riuscita a inventarli, brevettarli e rivenderli al mondo intero con una maestria degna dei migliori illusionisti. E mentre l’interesse per queste risorse cresce la Lucania si conferma non solo come la culla della civiltà ma anche come il faro della scienza moderna. E così, tra una risata e l’altra, continuiamo a raccontarci questa meravigliosa favola, dove la Lucania è sempre al centro dell’universo tecnologico, e noi, ingenui spettatori, non possiamo che applaudire.