di asterisco
Ubbidire all’intelligenza artificiale, che sembra oggi essere diventata la regola della modernità, è la più eloquente prova della mistificazione con cui si vuol definire la realtà del mondo che ci sta intorno. Nelle società arcaiche, il “vecchio” del villaggio depositario dell’esperienza vissuta era il punto di riferimento da cui partire e che ne armonizzava lo sviluppo sociale.
La famiglia, nucleo primario ne forniva la base attraverso i ruoli dei vari componenti. L’esatto contrario di ciò che accade nella società massificata e standardizzata in cui viviamo, un ritmo quotidiano frenetico dove i ruoli sono stravolti e mirano ad annullare il comune “buon senso” unica memoria del vissuto e fonte di conoscenza per il futuro, serbatoio di anticorpi, veri antivirus, nella loro plurivalenza comportamentale.
Fanno sorridere e preoccupare i tentativi di molte amministrazioni pubbliche con le assurde campagne di sensibilizzazione “digitale”, come se non bastassero le anomalie sociali contemporanee, che non fanno altro che incentivare le sempre più frequenti e diffuse patologie cognitive. La confusione dei ruoli nella cellula sociale primaria rappresentata dalla famiglia è una delle tante cause.
Poniamoci la domanda, qual è oggi in una famiglia il ruolo dei nonni? A sentire il leitmotiv che caratterizza i messaggi pubblicitari, si ha l’impressione che un anziano sia “rincoglionito” per definizione, se si abitui poi a far uso delle diavolerie informatiche, ci sentiamo di aggiungere che lo diventi in maniera esponenziale. Qualche tempo fa
esistevano i famosi animatori turistici,oggi giocoforza diventati nonni, e parcheggiare il nonno davanti a un PC sembra una soluzione ideale per rivitalizzare i suoi neuroni e annullare la sua esperienza di vita vissuta. Prima nel rispetto dovuto all’età, si ascoltavano le perle della saggezza popolare con cui i fanciulli venivano educati e che sancivano proprio le diversità del ruolo svolto in famiglia dai suoi vari componenti.
Cosa succede invece oggi attraverso la rete? C’è chi indossando la veste di un “nonno” si compiace dei suoi ammaestramenti di vita che elargisce a piene mani quasi alla stregua di un browser ossessionato da inevitabili followers che leggono e apprendono, un po’ come chi non avendo mai assistito a un concerto di musica sinfonica, smarrito tra ”un adagio e un andante ma non troppo” rischia un pesante scompenso cognitivo!