Lo sfascio è totale nella burocrazia italiana. Gli uffici “viaggiano” a compartimenti stagni: la mano destra non sa cosa fa quella sinistra. Stessa cosa vale per i “linguaggi tecnici”: ad esempio il notaio chiede un documento e l’ufficio comunale preposto ne rilascia uno che non fa al caso.
L’altro giorno un signore ha telefonato all’Urp di Potenza per chiedere come fare per ottenere un certificato sullo “stato patrimoniale” (in altri termini la certificazione di comunione o di separazione di beni con il coniuge) e sua “durata”.
L’addetta all’Ufficio “resistenza” al pubblico esordisce che occorre una marca da bollo da 16 euro, rivolgersi «per logica» all’ufficio anagrafe e che la validità è di sei mesi! Mah! Il cittadino obietta che forse il certificato lo deve rilasciare l’ufficio di Stato civile. Non è dello stesso avviso l’addetta dell’Urp del Comune di Potenza che costringe il signore ad acquistare una marca da bollo e recarsi all’Ufficio anagrafe dove tra la perplessità generale il dipendente di turno fa presente che bisogna andare all’Ufficio di Stato civile, non occorre la marca da bollo e il documento ha validità di sei mesi più altri sei con la sottoscrizione in calce del documento da parte del richiedente.
La domanda nasce spontanea: gli addetti sono assunti in base a «logica» o per aver sostenuto e superato un concorso dove le materie da studiare sono precise e attinenti al compito che deve svolgere?
A quanto pare non funziona così!
Fortunatamente il signore dopo aver “seguito” la procedura richiesta dagli uffici comunali si è recato allo Stato civile di via Nazario Sauro a Potenza è la dipendente di turno, cortese, professionale e accorta, ha rilasciato il certificato in carta semplice, confermando che il documento è valido per un totale di un anno (sei mesi più altri sei dopo l’apposizione in calce della firma del soggetto richiedente)…e per la marca da bollo?
La dipendente suggerisce di andare al tabacchino e chiedere se è possibile sostituirla con altro prodotto oppure riavere i soldi indietro.
Amara domanda: all’Urp di Potenza come sono assunti i dipendenti e sono a conoscenza delle linee guida delle procedure della “macchina amministrativa” per venire incontro alle difficoltà del cittadino?
Probabilmente per ogni compito da svolgere sono utilizzate due o più unità: una ascolta il problema, un’altra scrive, un’altra ancora cerca di trovare la risposta «per logica» e un’altra ancora fa da supervisore.
Risultato? Disservizi, disservizi e solo disservizi!
«Per logica» l’addetta dell’ufficio “resistenza” al pubblico dovrebbe essere trasferita per espletare altre mansioni.
Le disavventure per il malcapitato cittadino non sono finite. Il notaio interpellato, altro “arco di scienza”, chiede la “prescrizione urbanistica” per la vendita dell’immobile. Il responsabile dell’ufficio tecnico del comune della provincia di Potenza risponde di andare sul portale internet, “scaricare” il fac-simile della domanda, versare 30 euro di diritti e acquistare due marche da bollo da 16 euro.
Il cittadino dopo l’esperienza con l’Urp di Potenza sapientemente si rivolge a un geometra del luogo, il quale fa presente che tale certificazione è valida per i terreni e non per gli immobili. Sicuramente il notaio “vuole” la concessione edilizia e gli altri documenti in possesso del Comune per registrare l’atto pubblico.
Insomma, dopo mille peripezie il cittadino ha risolto i problemi. In ogni caso «per logica» è urgente “sbattete” per strada senza appello gli incompetenti!