Natale al ristorante

di Arturo Giglio

Per il pranzo di Natale al ristorante aumenti contenuti (in media il 15% in più rispetto al 2022) per una spesa media stimata per persona di circa 74 euro per un menù fisso per adulti (per bambini 30 euro), proposto dal 70% dei ristoranti che resteranno aperti in Basilicata. La previsione è di Fipe-Confcommercio che sottolinea l’impegno dei ristoratori associati a ridurre al massimo l’aumento obbligato dagli incrementi dei costi degli alimenti, energetici e in generale aziendali. Ci sono ristoranti – come Oltre le Mura nel centro storico di Potenza -che senza abbassare la qualità dei prodotti propone il menù di Natale a 45 euro (lo stesso costo del Natale 2022) con l’obiettivo di promuovere la famiglia al ristorante. Comunque il 70% dei menu sarà tradizionale, lasagne e agnello soprattutto, mentre il 30% proporrà piatti più “innovativi e ricercati”. A Oltre le Mura insieme alle lasagne alla potentina, fusilli speck-fonduta caciocavallo e insieme all’agnello roll di vitello ripieno. Cresce la sensibilità verso la lotta allo spreco alimentare visto che il 66% dei ristoratori si dice attrezzato per consentire ai clienti di portare a casa il cibo ordinato e non consumato.
“Il 2023 è stato un anno significativo per il consolidamento della ripresa dei pubblici esercizi, che ancora una volta hanno saputo superare con grande determinazione gli ostacoli lungo il percorso, tra rincari delle materie prime e difficoltà di reclutamento del personale”, ha commentato il Presidente FIPE-Confcommercio, Lino Enrico Stoppani sottolineando che “i numeri ci dicono che il mese di dicembre, che da solo vale poco meno del 10% del fatturato della ristorazione, anche quest’anno conferma le aspettative delle imprese pur in presenza di un contesto complicato. Il ciclo economico è in rallentamento e il quadro internazionale continua ad alimentare condizioni di incertezza che non favoriscono né la crescita né i consumi. Per fortuna la bolla inflazionistica sta rientrando e con essa dovremmo avere anche una politica monetaria della BCE meno restrittiva”.

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