di Marco Gregnanin, nel corso del convegno su “Esoterismo passato e moderno” (sintesi)
Sembrerebbe un luogo comune se dicessimo: «Processiamo il Diavolo» e altrettanto banale se tutti gridassimo: «Abbasso il Diavolo» ma di fronte al “povero Diavolo” il meccanismo mentale s’inceppa e abbiamo pietà per questo sconosciuto malvagio essere. Una volta, in tempi ritenuti oscuri, quelli medioevali, per intenderci, queste argomentazioni regolavano lo scorrere normale delle società, erano l’ordinaria amministrazione, il luogo comune per antonomasia; oggi invece sono argomentazioni che evocavano superstizione e ignoranza.
Oggi la logica utilitaristica, forse meglio se definita affaristica, spingerebbe a ritenere che il potere demoniaco sia in forte ribasso tanto da non considerarlo più come in altri tempi quando si diceva: «Vendere l’anima al Diavolo» pur di ottenere qualcosa.
Ma se prestiamo attenzione ad alcuni palinsesti televisivi o leggiamo alcuni annunci pubblicitari (più o meno espliciti) ci accorgiamo che il Demonio è tornato alla ribalta, ha deciso di approfittare del momento travagliato dei nostri giorni e ha iniziato col leggere le carte e conoscere passato, presente e futuro del telespettatore che lo ha contattato telefonicamente o chi risponde all’annuncio sul giornale per conoscere la soluzione dei problemi di cuore.
Insomma in quest’epoca in cui gli uomini si sono disumanizzati a causa del sistema di vita non trovano altro sbocco (speranza) che nel rivolgersi all’occulto e il Demonio risponde.
La prova più tangibile sono gli innumerevoli circoli esoterici sparsi un po’ in tutto il mondo, l’occulto si è ripreso gli antichi spazi, quindi la magia non è più solo un retaggio medioevale ma una realtà viva che nei nostri giorni, in cui tutto è tecnologico, dove sembra non ci sia alcuno spazio per l’irrazionale ma un elemento sempre più invasivo delle realtà sociali.
Tutto ciò che in passato non si lasciava inserire nell’ordine dei fatti razionalmente dimostrabili, ciò che non rientrava nei progetti della scienza ufficiale, saldamente irrigidita nei dogmi di un trionfante positivismo, veniva scartato come frutto di fantasia e superstizione.
Certamente la vita si è fatta più dura, più arida, più razionale e priva di umanità ma è altrettanto certo che l’uomo moderno tende verso il meraviglioso, tende verso l’”immagine di successo”, anche se, il più delle volte, in modo inconsapevole.
Ricorriamo dunque a cerimoniali, rituali e scongiuri che predispongono psichicamente l’operatore dell’occulto il quale non fa altro che sfruttare “forze medianiche” per lo più ancora sconosciute.
Proprio per la sua natura l’occulto rimarrà sempre un mistero per la maggioranza invece, per pochi altri, rappresenterà “la luce che consentirà di accedere nei meandri del nostro cosmo dove si annidano forze spaventosamente misteriose”.
E allora come si accede alla “conoscenza” esoterica? Come si può affidare l’”anima al Diavolo” e ottenere giovamento (realizzazione) alle proprie richieste? Nessun “operatore” potrà mai dircelo e nessuno potrà mai garantire l’esito “positivo”, il “successo” anche perché si tratta di svolgere complessi rituali che non sono assolutamente scevri da pericoli. Queste pratiche non sono alla portata di tutti.
A questo punto ci siamo addentrati abbastanza in quel mondo carico di enigmaticità che racchiude credenze che né la tecnologia e né la psicoanalisi, potranno mai risolvere perché nei secoli la magia, il demoniaco, la stregoneria e come la si vuole chiamare la si chiami, l’occulto, protetto dal suo alone, è sempre sopravvissuto perché è sempre stato ed è costantemente in noi e vicino a noi soprattutto come atteggiamento psicologico e mentale dell’intera umanità. È innegabile che laddove domina l’”ignoranza” e il materialismo l’occulto si rigenera e si rafforza questo fenomeno, secondo gli antropologi si propone in cicli storici bisecolari dove il Diavolo si risveglia e si camuffa nel nuovo secolo di appartenenza con sempre maggiore capacità dissuasiva.