di Francesca Patitucci
La raccolta poetica di Mariangela Cerini si apre con un inno al cielo, il suo amato “Cielo” che le ispira tutta la sua misteriosa bellezza, a tratti nebbiosa ma pur sempre maestosa, in tutto il suo splendore. E l’autrice ci avvolge nel suo fremito, attraverso la parola o un dipinto che rispecchia il suo stato d’animo.
Il titolo della silloge rappresenta il manifesto di questa sua quasi onirica visione del cielo. Nella sua “Nuvole di cielo” intravede soffi d’aurora, già distesi su gemme lucenti. Nostalgici versi abbracciano l’anima, nel richiamo al tempo andato e a quello che verrà, sospeso sempre a un filo sottile, nel silenzio che incombe e invita a una mite riflessione. La dolcezza intima e trasudante amore per la vita, è coinvolgente fino a voler entrare, in punta di piedi, nel canto poetico che ammalia e consola. La parola “cielo” volteggia tra la penna e i pensieri della poetessa, in un crescendo di emozioni contrastanti, proprie del nostro vivere, scrutando la natura in tutte le sue sfumature. Ed è un alternarsi di aurore e tramonti il suo lieve poetare, un continuo mutare e divenire dei giorni e dei profondi sentimenti di cui ci fa dono.
È palese e commovente il suo richiamo di appartenenza alla sua terra, alla campagna del Mincio, di cui sente profumi, ricordi e tanta nostalgia.
La malinconia che traspare non rinnega gioia
/nel vento che si placa/e il mare/bacia fugace/ l’immensità del cielo.
Il suo narrare i moti delle stagioni è terso, limpido e impetuoso allo stesso tempo, uno specchio reale in cui rifugiarsi. Mariangela canta la vita mediante metafore e allegorie che ricordano alcuni versi del Boccaccio e sembrano danzare nel vento, oltre le nuvole, fornendo al lettore la chiave interpretativa più consona al messaggio del verbo.
I suoi dipinti sono la conferma di quanto verga sul foglio, a dare concretezza al suo io essenziale.
/Sono solo donna/di ogni pezzo di cielo/innamorata sono la bellissima chiusa della sua lirica “Vorrei essere”. E con la meraviglia con cui lei canta, soavemente, la bellezza del creato, concludo un percorso di poesia e arte affascinante, delicato, che fluttua in un cielo accogliente e d’incanto trattiene l’immenso… in un tenero respiro.