di Bruno Brundisini
“Solo Dio non accetta tangenti”. Il titolo del libro di Luigi Pistone è assai eloquente e mi riporta il pensiero all’episodio biblico di Giobbe in cui si racconta che il Satana, non ancora identificabile col diavolo, grande conoscitore dell’animo umano, sfida Dio a dimostrargli che quello che gli uomini provano nei suoi confronti con la fede sia davvero amore disinteressata e non piuttosto una forma di accondiscendenza per ricevere in cambio dei favori, quindi, in altre parole, una forma di corruzione. Il Signore accetta la sfida e concede al Satana di mettere alla prova Giobbe, un uomo ricco, con una bella famiglia e molto religioso, il quale viene progressivamente privato di tutte le sue ricchezze e degli affetti, fino a lasciarlo nudo e rasato nella cenere. Nonostante ciò, di fronte a tante avversità, Giobbe non perde la fede, dimostrando così che il Satana ha torto. Ma Dio è l’unico a non farsi corrompere. Il professore Luigi Pistone, sociologo e giornalista, ce lo dimostra con estrema chiarezza nel suo libro in cui esamina il fenomeno della corruzione in tutti i suoi aspetti e gravità, a partire da ciò che avviene nei semplici rapporti privati, fino ad arrivare, in alcuni casi, a coinvolgere anche le istituzioni ritenute a più alta valenza morale, quali la Legge e la Chiesa. La sua analisi interessa gli aspetti psicologici, filosofici, legali e criminologici di questa complicità deviata tra gli individui. Ciò a partire dal contesto della pubblica amministrazione che, anche per la sua natura burocratica, spesso complessa, costituisce un terreno molto fertile di applicazione. Anche nel settore della politica possiamo avere esempi di gestione del potere finalizzata al proprio tornaconto e non al bene comune, come spesso la cronaca ci mostra. In quest’ambito non poteva mancare una profonda ed articolata riflessione su quello che è stato il fenomeno di Tangentopoli, iniziato nel 1992, che ha finito con il determinare un sovvertimento di tutto l’assetto politico – istituzionale italiano, cancellando interi partiti e che oggi, a distanza di trenta anni dalla sua conclusione forse esce dalla cronaca e si presta a un più sereno giudizio storico.
Una particolare attenzione viene dedicata alla necessità di avere una precisione terminologica nel trattare l’argomento. Luigi Pistone ci invita infatti all’uso corretto del significato delle parole che troppo spesso vengono interscambiate ritenendo sinonimi due termini che in realtà fanno riferimento a concetti diversi. Così, ad esempio, spesso usiamo indifferentemente i termini “etica” e “morale” tra i quali vi è in realtà una sottile differenza. “Mentre la morale evidenzia che un’azione è buona o cattiva, l’etica offre i principi e le ragioni per cui un’azione è considerata in un modo o nell’altro”.
Di particolare interesse è il capitolo in cui l’autore si sofferma sulla presenza del male nella Chiesa in tutti i suoi aspetti, dalla corruzione alla pedofilia alle credenze superstiziose e di come esso è stigmatizzato nei testi biblici e negli insegnamenti del Cristianesimo.
Viene dato grande rilievo a quella che è stata la riflessione filosofica e teologica dall’antichità fino ai tempi nostri sulla natura del male, sulla ragione della sua esistenza, sul suo significato e a tutte quelle domande che per secoli l’umanità si è posta nel grande mistero della vita e della morte.
Un libro affascinante che pur nella complessità degli argomenti trattati si presta a una lettura scorrevole che comunque soddisfa le aspettative del lettore esigente così come quelle dei “non addetti ai lavori”.