Eduardo De Filippo, figlio d’arte, comincia a recitare ancora fanciullo. Con i fratelli Peppino e Titina forma una Compagnia che rappresenta commedie scritte da loro stessi, ma è Eduardo che scrive i lavori più impegnativi con la sua fervida fantasia unita a una profonda conoscenza dell’animo umano, che l’autore osserva e scruta con sottile umorismo velato sempre di malinconia.
La prima produzione di Eduardo non si discosta troppo dal filone delle commedie dell’arte. I lavori da ricordare per questo primo periodo sono: Sik-Sik, l’artefice magico, Ditegli sempre di sì, Gennariello e Natale in casa Cupiello. Successivamente Eduardo amplia il suo orizzonte e approfondisce i temi da lui trattati, indugiando su una analisi psicologica sempre più penetrante. Compone cosi Napoli milionaria, Questi fantasmi, Filumena Marturano, Le bugie hanno le gambe lunghe. Seguono poi: Bene mio core mio, De Pretore Vincenzo, L’arte della commedia e Gli esami non finiscono mai.
Eduardo guarda alle piccole cose della vita, le analizza sicuro che sono esse a fare la nostra felicità o la nostra infelicità. Guarda all’incomprensione coniugale che spesso si alimenta di piccoli malintesi, che qualche parola basterebbe a chiarire, ma la parola troppo spesso non viene detta per un errato senso dell’orgoglio. Guarda alla miseria che tanto affligge, ma egli ammonisce e ricorda che un po’ di affetto riesce a superare qualunque difficoltà. Quello di Eduardo è un teatro popolare in cui il pubblico ha sempre ritrovato se stesso con i propri pregi e i propri difetti. E inoltre come ha detto S. D’Amico «le quattro ultime commedie accolte con entusiasmo in tutta Italia, Questi fantasmi, Filumena Marturano, Le bugie con le gambe lunghe e le Voci di dentro si aggirano precisamente intorno a questi motivi: vanità dell’illusoria realtà, necessità d’abbandonarsi tuttavia a una fede».