Un novello Umberto Eco…ma da strapazzo?

Infiorettare notizie, leggende, testimonianze e quant’altro sia possibile immaginare in uno zibaldone niente affatto diacronico né tantomeno sincronico rivela una fin troppo manifesta ricerca emulativa quasi patologica di essere significanti e di riflesso non se ne comprende il significato. Lungi da noi scomodare uno storico come Tucidite che ci racconta fatti che oggi possiamo leggere e interpretare nella loro sorprendente attualità (si veda la descrizione della peste di Atene) ma ci sembrano assai più efficaci le mirabolanti descrizioni che Luciano di Samosata nel suo viaggio immaginario ci ha tramandato dando dignità letteraria al fantastico e non parliamo poi della stupenda lezione, e questa volta poetica, del poema ariosteo!

Una misticanza di titanici giganti a guardia di tesori nascosti disseminati un po’ dappertutto da Benevento a Castelglorioso, tra evoluzioni semantiche di patronimici tra il longobardo e il normanno, per arrivare alla “chioccia tutta d’oro con pulcini al seguito”, non può non essere indigesta se non si sia dotati di specifici anticorpi dicotomici in barba a una qualsivoglia indagine semiotica.

Una bibliografia autoreferenziale diventa la goccia che fa traboccare il vaso, a meno che non ci sia un vero e proprio ravvedimento intellettuale!            

radionoff
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