Rivoluzione!

di Paolo Mormile

l distretto sanitario RMH6, cui afferiscono, tra gli altri, gli abitanti della popolosa cittadina di Nettuno, ha sede in un vecchio stabile, proprio accanto all’antica chiesa di S. Francesco (XIII sec.) e di fronte al Forte Sangallo, cinquecentesca fortezza a ridosso del mare. Una mattina, di buon’ora, mi ci recai per il rinnovo di un’esenzione, e lì scoprii, non senza un certo disappunto, di dovervi restare alcune ore, avendovi trovato davanti a me la non trascurabile cifra di centoventicinque (125!) persone.

Ma cosa volete che sia una simile moltitudine per un papà ben conscio di oneri e responsabilità che il proprio ruolo comporta, e per di più armato di taccuino e sigari, e non distante da una macchina erogatrice di (penoso) caffè?

Acclarata l’ovvia impossibilità di mettermi a sedere mi disposi all’ordalia sistemato insieme ad altri, al sole e non troppo comodamente sui gradini della scalinata esterna, rinfrancato tuttavia dalla leggiadra presenza di alcune donzelle oltremodo dotate cui di tanto in tanto potevo buttare un occhio.

Una frizzante brezza marina, unita allo smog di un traffico a queste latitudini crescente con l’appressarsi della stagione calda, solleticava le mie narici, e la mattinata scorreva via lenta e sonnacchiosa. D’un tratto poderose e variegate bestemmie (e se ve lo dico io, discretamente esperto della materia, potete crederci) provenienti dall’interno ci risvegliavano dal torpore, suscitando la curiosità di più d’uno tra i miei compagni di ventura, che si muovevano in direzione del tumulto.

Le malandate condizioni del mio ginocchio sinistro, unite a una spiccata tendenza al risparmio energetico nonché a un menefreghismo cosmico, mi sconsigliavano d’interessarmi all’avvenimento. In capo a pochi istanti però vedevo fuoriuscire il suddetto erogatore di improperi, che, evidentemente insoddisfatto di prestazioni e/o tempi d’attesa del S.S.N., continuava a urlare con veemenza, stavolta all’indirizzo di noialtri presenti: “…ma la vogliamo fare una rivoluzione seria in questo paese di merda, o no?”

Alla voce rivoluzione l’autorevole enciclopedia Treccani recita: “Il processo rapido, e per lo più violento, attraverso il quale ceti, classi o gruppi sociali, ovvero intere popolazioni, sentendosi non sufficientemente rappresentate dalle vigenti istituzioni, limitate nei diritti o nella distribuzione della ricchezza che hanno concorso a produrre, sovvertono tali istituzioni al fine di modificarle profondamente  e di stabilire un nuovo ordinamento”.

Non mi sarebbe stato troppo difficile far notare all’urlatore di cui sopra quanto retorica fosse la sua domanda, soprattutto dopo aver potuto constatare che era il proprietario di un Suv parcheggiato lì davanti e tra l’altro in seconda fila, né che soprattutto gente come lui abbia tutto da perdere (in primo luogo il suo Suv di merda!) e nulla da guadagnare dall’avvento di una rivoluzione seria, che in questo paese ahimé non c’è mai stata.

Ma per solito evito di discutere con gli imbecilli. Come si dice, ti portano al loro livello e ti battono con l’esperienza.

intervento
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