In questi giorni si è letto di tutto e anche il peggio del tutto fino ad arrivare alla richiesta di “costituire” il “partito del non voto”. Senza parole! Non siamo alle prese con un referendum che richiede un quorum perché venga accettato il responso delle urne! Se chi lo scrive o lo dice lo fa per sostenere Bardi ha un suo senso in quanto basta che nella cabina elettorale si rechi solo il nucleo familiare del generale per fargli riprendere le redini del governo, addirittura potendo contare anche sul premio di maggioranza. Se invece chi sostiene questa tesi lo fa per far invertire la “rotta” alla Regione Basilicata allora sarebbe auspicabile invitare i lucani a non disertare le urne e andare a votare in massa. In democrazia vince chi prende più consensi. Se a votare vanno solo gli elettori della destra diventa un governo dalle connotazioni oligarchiche. Analogo discorso è valido se a votare fosse la sinistra. Tanto per precisare: l’oligarchia è una forma di governo in cui il potere è concentrato nelle mani di poche persone o di un gruppo ristretto di individui, generalmente appartenenti a una classe sociale privilegiata o a una élite politica, economica o sociale. Questo piccolo gruppo di persone prende decisioni politiche e controlla le risorse e il potere della società, spesso a discapito della maggioranza della popolazione. L’oligarchia può manifestarsi in vari contesti, come nelle monarchie assolute, nelle dittature militari o nelle repubbliche dove il controllo è esercitato da una élite politica o economica.
In un precedente articolo avevamo scritto della possibile candidatura di un potentino che al momento veste i panni di uno dei consiglieri di Bardi. In effetti si sarebbe trattato di una ricandidatura. Tanto tempo fa, correva l’anno 1995, sperava di poter diventare presidente della Regione Basilicata quando Forza Italia aveva un peso elettorale non indifferente. Ma fu sconfitto pesantemente da Angelo Raffaele Dinardo. Oggi dopo attente valutazioni ha preferito continuare a fare la carpa in barile non trovando habitat nemmeno nella diga della Camastra.
Intanto si assiste agli ultimi rantoli di Lega e M5S che i sondaggi danno in picchiata vertiginosa, determinandone se non la scomparsa solo un’esigua rappresentanza nelle istituzioni lucane. Per le due coalizioni, invece, ogni strada è possibile. Rispetto all’iniziale vantaggio della destra, a causa delle manfrine tra vertici nazionali e locali soprattutto nel Pd che ha accettato il dettame del “Movimento cinque siluranti”, la coalizione di sinistra sta recuperando sempre più consensi. Intanto per Bardi non mancano grattacapi dovuti ai “mal di pancia” di alcuni alleati che non hanno visto di buon occhio l’“apparentamento” con Azione che sottrarrà loro molti voti. Solo i lucani potranno decidere a chi affidare il destino della Basilicata dal punto di vista della “governance”.