Ennesima gaffe della presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni, dimostrando di non conoscere la storia del suo Paese. Morale della favola: l’Italia in Ucraina ha fatto l’ennesima sua “bella figura” dimostrando di avere una “storica” dell’ultima ora al vertice del governo italiano.
«La resistenza ucraina contro l’invasione russa è come il Risorgimento italiano. Un momento storico in cui è l’azione militare a definire l’identità della nazione». Giorgia Meloni ha scelto la metafora più patriottica possibile per far capire agli italiani e al resto del mondo che il Belpaese continuerà a sostenere militarmente l’Ucraina, fino alla vittoria.
Durante la conferenza stampa congiunta col presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kyjiv la presidente del Consiglio ha confermato «una pace giusta e duratura non può esserci con una resa dell’Ucraina, una vittoria della Russia non sarebbe pace ma una invasione» e ha assicurato che «l’Italia non intende tentennare e non lo farà. Darà ogni possibile assistenza perché si creino le condizioni di un negoziato, ma fino ad allora darà ogni genere di supporto militare, finanziario, civile. Quando c’è un aggredito tutte le armi sono difensive».
Meloni è rimasta vaga sul possibile invio di aerei da combattimento ed elicotteri, che l’Ucraina chiede da tempo, «è una decisione da prendere con i partner internazionali, ci siamo concentrati su sistemi di difesa antiaerea. La priorità è difendere infrastrutture e cittadini», ma assicura che il sostegno non mancherà, nonostante le dichiarazioni ambigue dei suoi alleati di governo: Matteo Salvini e Silvio Berlusconi: «C’è un programma chiaramente schierato, è sempre stato rispettato da tutti e confido che sarà ancora così. Al di là di alcune dichiarazioni, nei fatti la maggioranza è sempre stata compatta».
Riavvolgiamo il nastro della storia. Se in Ucraina si sta svolgendo una “guerra” come quella italiana, durante la quale italiani si schierarono contro altri italiani invadendo regni senza una dichiarazione da presentare alle varie ambasciate (Il Piemonte ne fu l’artefice massimo con l’aiuto di un ricercato dalla giustizia dell’America del Sud, al secolo Giuseppe Garibaldi, e di un ministro, banchiere, editore e produttore di vini, al secolo Camillo Benso di Cavour) la logica giustifica Putin che ha invaso l’Ucraina, nazione dell’ex Unione sovietica e dall’altro verso giustifica i “briganti” ucraini che non accettano tale atto. Quindi il “Risorgimento” è dalla parte di Putin che vuole ricompattare una nazione, l’Urss, nella quale sono tutti russi, pur parlando “dialetti diversi”.
Rispetto all’occupazione dei piemontesi dei vari regni e soprattutto di quello delle Due Sicilie (appoggiati dalla flotta inglese) sussiste una distopia nella guerra attuale. Allora i sovrani europei si schierarono con i Savoia lasciando alla mercé delle truppe regolari dei savoiardi gente inerme (donne, vecchi e bambini e qualche centinaio di briganti) e oggi i capi dei governi degli stessi Sati appoggiano i “briganti” ucraini.
Insomma la Meloni è riuscita con due parole a generare una confusione tale della quale lei non è consapevole, forse in quanto ignora la storia, e nel tentativo di aiutare una nazione sovrana contro l’invasore si è allineata al pensiero di Gramsci che dal carcere fascista inveiva contro i piemontesi, difendeva le popolazioni del sud (invase e sottomesse da un’altra nazione senza una esplicita dichiarazione di guerra) e sottolineava la necessità di risolvere la questione meridionale.
La Meloni ha studiato il Risorgimento? La Meloni conosce la storia?
No!
La Meloni “ci è o ci fa?”. “Ci è!”.
Per giunta le frange che sostengono FdI nel ricordare i tempi della dittatura fascista urlano lo slogan: «Dio, patria e famiglia».
Putin durante il suo discorso ha incitato la folla con lo slogan: «Dio, patria e famiglia».
Mi sto divertendo a tal punto da “scompisciarmi” dalle risate se non fosse per il fatto che tanti poveri innocenti stanno morendo dall’una e dall’altra parte!
Nel centrodestra per mancanza di persone perbene «facciamo papà sindaco!». Chi è il papà? Berlusconi!
Dopo il ministro degli esteri pentastellato convinto che il termine virus derivava dall’inglese e lo “chiamò” «vairus» oggi abbiamo una presidente del Consiglio che porta sempre più in alto l’idea che l’Italia sia un Paese ricco di “coltura” nel senso esplicito: si sa come coltivare una piantagione, semmai di canapa tessile!
Putin, dal canto suo, andrebbe psicoanalizzato è “letto” come un caso di studio da manuale di antropologia culturale, nel cercare di metabolizzare ed elaborare il lutto della “morte” dell’Unione sovietica fa la stessa cosa di un capo tribù arcaico che alla morte di un figlio invece di piangere attacca un villaggio vicino per conquistarlo; nel nostro caso un ex territorio Urss…forse Putin vuole ritornare a mettere radici a Berlino est.
Proposta: corso di studi accelerato in tutte le materie per la maggior parte dei politici e dei ministri del governo italiano e uno studio particolare sulla costituzione italiana che ripudia la guerra e il nazifascismo (chiamo direttamente in causa il ministro Valditara che vuole prendere provvedimenti contro il dirigente scolastico che in una lettera ha ricordato come il fascismo sia nato, dopo vari pestaggi isolati eseguiti non da masse di facinorosi ma da gruppetti contro numerosi dissidenti, ai margini delle città, nelle periferie e non nelle piazze, diventando ciò che la storia ha condannato. Non a caso la Costituzione sulla questione della dittatura fascista e sua condanna è “super chiarissima”).
Povera Italietta governata da “puffetti”! Sicuramente nel prossimo consiglio dei ministri sarà elaborato un piano strategico di difesa contro Gargamella!