Il “modello delle oche volanti” è un modello di sviluppo industriale ideato dall’economista giapponese Kaname Akamatsu (1896 – 1974) e diffusosi durante il cosiddetto “miracolo asiatico”, ossia durante l’importante crescita economica di diversi Paesi asiatici nella prima metà degli anni novanta, che ebbe una frenata con la crisi finanziaria asiatica del 1997.
Lo sviluppo industriale ed economico iniziò in Giappone e, successivamente, si diffuse tra le cosiddette “tigri asiatiche” (Corea del Sud, Hong Kong, Singapore, Taiwan) e nei quattro Paesi dell’ASEAN (Filippine, Thailandia, Malaysia, Indonesia).
E’ necessaria una premessa: tale modello prevede che, un Paese allo stadio evolutivo più sviluppato, diffonda la propria conoscenza ai Paesi meno sviluppati per diventarne, successivamente, mercato per l’export. Il Giappone, la prima oca guida, svolse un ruolo fondamentale nell’identificare il commercio internazionale e l’apertura dei mercati come elementi di sviluppo per l’economia di un Paese.
Si tratta di un modello di sviluppo industriale dove vengono identificate due categorie di Paesi: i “leader” ed i “follower”. La teoria di Akamatsu associa i “leader”con i Paesi occidentali (USA, Australia ed Europa) ed i “follower”con i Paesi asiatici.
Ci sono tre fasi basilari in questa teoria di sviluppo dove si utilizza una metafora suggestiva, quella delle oche, per spiegare che, come lo sviluppo e la migrazione degli animali cambia e muta nel tempo, lo stesso vale per i Paesi. Infine, esiste una quarta fase da considerare una volta che il modello entra a pieno regime. Nel dettaglio:
1. iniziano, così, le importazioni dei “follower” dai paesi industrializzati con la conseguente comunicazione ed il “contatto” con le altre culture;
2. aumentano esponenzialmente le importazioni di macchinari e materie prime e, successivamente, assume rilevanza l’industria locale;
3. iniziano le esportazioni dei prodotti grezzi e continuano le importazioni di prodotti raffinati e costosi;
4. iniziano le esportazioni dai “follower” ai “leader”.
Questa teoria è sia dinamica che determinista e, secondo Akamatsu, porta allo sviluppo e al benessere mondiale.
Per quanto concerne le caratteristiche dei paesi “follower”, essi hanno a disposizione: bassi salari, bassi costi di materie prime ed il mercato locale. Il punto cruciale del modello è la cultura degli altri Paesi: tramite la cultura trasmessa dalle altre nazioni si ottiene la crescita.
I “leader”, invece, sono nella posizione più “scomoda” in quanto saranno sempre rincorsi e imitati dai “follower”. Esistono due modi per cercare di preservare temporalmente la propria posizione di “leader”: aggiornare continuamente i propri prodotti e introdurne di nuovi in modo da soddisfare le richieste dei mercati. Il vantaggio dei “leader” dura per poco tempo in quanto i “follower” utilizzano le loro tecnologie, la tecnica di produzione sulla base di industrie esistenti e ben collaudate, appunto dai “leader”, per raggiungerli. La posizione che assumono i Paesi non è mai definitiva poichè c’è sempre la possibilità per i “follower” di diventare “leader” in questo scenario eterno prospettato da Akamatsu.