di asterisco
Il tanto strombazzato panettone è un prodotto industriale per eccellenza. Se leggiamo La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene, Pellegrino Artusi nella ricetta numero 604 scrive: “La Marietta è una brava cuoca e tanto buona ed onesta da meritare che io intitoli questo dolce col nome suo, avendolo imparato da lei…” e dopo averne elencati gli ingredienti ed il modus operandi conclude: “E’ un dolce che merita di essere raccomandato perché migliore assai del panettone di Milano che si trova in commercio, e richiede poco impazzamento”.
Esiste una vasta letteratura sulle origini o meglio le storie associate a questo dolce natalizio, ma è sorprendente scoprire che persino nel celebre affresco di Leonardo nel refettorio del convento domenicano di Santa Maria delle Grazie, sembra che: ”i piccoli tranci sul tavolo dell’Ultima Cena più che bocconi di pane fossero in realtà pezzi di panettone perché Leonardo aveva chiesto intenzionalmente il tuorlo d’uovo usato in cucina per poter conservare i colori dei personaggi esaltandone la brillantezza” (sic)! Sarebbe d’obbligo, per correttezza e chiarezza intellettuale, rivelarne almeno la fonte storica o spiegarsi in maniera più chiara, così come per altre notizie riportate nell’articolo sui Saperi e sapori del Pane-Tono.
Infine apprendiamo con gioia, dopo la lettura di un siffatto articolo, che il panettone nonostante le abominevoli interpretazioni contemporanee si mangia ancora, checché se ne dica, con le mani!