di Giuseppe Demarzio, presidente Sanità Futura
L’anno 2022 verrà ricordato nella storia del comparto privato accreditato regionale come “una annata maledetta”, quella in cui l’isterismo amministrativo ha generato atti lesivi innanzitutto della dignità dei pazienti bisognosi di cure e già stremati dalle conseguenze del Covid, ma soprattutto lesive dei rapporti fiduciari tra Erogatori di servizi e prestazioni ed Istituzioni.
Tutte le strutture sono state ingannate da promesse non mantenute ed il fatto che tutto quanto si stia trasformando in un maxi contenzioso non aiuterà a fare chiarezza o a restituire piena giustizia ad un settore che sta facendo le veci della sanità ambulatoriale pubblica divenuta inaccessibile.
Ci sono imprenditori che hanno protestato accanto ai loro dipendenti e c’è chi è salito sulla gru, come forma di protesta estrema, per far comprendere alla Giunta Regionale ed al Consiglio Regionale, il grado di pressione esercitato dalla popolazione sulle strutture e sugli operatori. A fronte di ciò il Presidente Bardi durante gli incontri e sulla stampa ha sempre assicurato la solvibilità della Regione rispetto al lavoro dei Centri Accreditati, ma così non è stato aumentando, ove fosse ancora possibile, disagio e disperazione.
Sanità Futura lancia un forte appello al Presidente Bardi, nell’auspicio che le altre sigle di settore vogliano supportarlo e sostenerlo: “La Regione ponga fine agli innumerevoli contenziosi in essere con i centri accreditati, dando corso ad una maxi transazione che conceda alle strutture la possibilitá di continuare le proprie attivitá attraverso il recupero delle spese sostenute per offrire le prestazioni alla popolazione impossibilitata all’accesso nelle strutture pubbliche”.
Una proposta a prescindere dagli evidenti danni erariali che questa vertenza si sta trascinando dietro, perdita annuale di 70 milioni di euro di mobilità passiva e pazienti che accedono coattivamente alle cure con i decreti dei Giudici e le infinite spese legali che il contenzioso brucia quotidianamente nelle casse pubbliche ma anche in quelle delle strutture.
Sorvolando sui risvolti giudiziari configurabili per l’incitazione pubblica “a non sospendere i servizi, salvo poi eluderne il pagamento”, crediamo sia giunto il momento per il Presidente Bardi di assumere decisioni concrete e rapide, in questa situazione deplorevole mai verificatasi in nessuna Regione d’Italia.
Abbiamo letto di tutto in questi mesi ma la realtà nuda e cruda è che le risorse del comparto sono scarse è mal distribuite e nessuno si azzardi neppure ad immaginare che si possa cancellare il lavoro già svolto e pure remunerato in virtù delle pronunce giudiziarie che non possono per loro natura abbracciare l’interezza di un fenomeno degenerativo pluriennale: l’unica via percorribile è la riconciliazione di tutti nessuno escluso, attraverso una maxi transazione. La Salute è il bene più prezioso per l’individuo e per la società civile e chi la governa deve agire per proteggerla, adesso tocca al Presidente Bardi ed a nessun altro. Al Governatore chiediamo come Associazione un segnale chiaro ed immediato per restituire ai Centri Privati Accreditati quello che questi hanno offerto alla popolazione in nome e per conto dell’ente che rappresenta. Non vogliamo concludere la nostra comunicazione con prospettive catastrofiche, perché sarà la realtà quotidiana ad evidenziarle per noi.