Fa scalpore la recente notizia della chiusura della passerella pedonale sul Basento, di recente costruzione e dal costo esorbitante, per eccessivo accumulo di cariche elettrostatiche che comporta una fastidiosa scossa elettrica per gli incauti pedoni che fanno footing e sostano per prendere fiato sulla passerella appoggiandosi alla ringhiera e come se non bastasse continuare a respirare a pieni polmoni i miasmi odoriferi che caratterizzano la pista pedonale che costeggia il fiume!
Un manufatto architettonico di pregio a opera d’insigni progettisti, certamente animati da un senso estetico prevalente nella scelta di materiali idonei, e vogliamo credere con una profonda conoscenza delle cariche elettrostatiche vista la loro competenza in materia.
Fatte le debite variazioni, nella nostra città non è necessario stupirsi più di tanto e a maggior ragione se parliamo di ponti. Una città che si riconosce in un capolavoro d’ingegneria di indubbio valore architettonico che, ahimè, pur se inserito in un progetto di grande valore è stato realizzato in un contesto territoriale assurdo, scavalcando un fiume e diverse arterie stradali e ferroviarie per finire davanti a un muro, la dice lunga! Non parliamo poi dei costi di manutenzione che un simile manufatto avrebbe richiesto e richiede tutt’oggi per garantirne la staticità e salvaguardare l’opera che rimane a livello progettuale un capolavoro d’ingegneria!
Non ci rimane che l’illusione fantasiosa ma ancestrale di identificarci in qualcosa di particolare, tanto da noi le leggi della statica e dell’elettrostatica riguardano un altro pianeta e cosi sia!