Una certa stampa orecchiante e arruffona

Sfogliare di buon mattino la stampa e scoprire di essere indagato nell’inchiesta sulla sanità lucana per un qualcosa che non ci azzecca nulla con la vicenda giudiziaria è qualcosa che può succedere solo in Basilicata. Si tratta in buona sostanza di una lista presentata da me nella competizione elettorale nel comune di Lagonegro nel settembre del 2020. Allora mi chiedo dove è il nesso? E quali responsabilità possono avere le persone con me candidate, ripeto nel 2020, con le attuali questioni sanitarie, cioè quelle oggetto di indagini. Bo! non so darmene una spiegazione. Ho dovuto, a chi mi ha chiesto stupito di dargli qualche spiegazioni, ammettere di non saperne proprio nulla, non avendo mai avuto alcun avviso di garanzia in merito e quindi di non essere a conoscenza di essere stata persona indagata. E poi per che cosa? visto che in passato e più ancora di recente non mi sono mai occupato della sanità lucana se non in via squisitamente generale, né mai ho conosciuto il già consigliere regionale Piro, neanche per puro caso. E allora ho pensato che qualcuno avrà sicuramente voluto strumentalizzare la mia passata scelta o fatto soltanto millantato credito, facendo eventualmente prefigurare di esserne l’ispiratore, ignorando che nessuno ha mai condizionato le mie scelte politiche se non il mio convincimento e men che meno chi la politica la fa in maniera così grossolana e maldestra e lontanissima dalla mia militanza politica. La vera ragione di presentare una lista a Lagonegro, cittadina da me frequentata da ben venti anni, nasceva dal mio personale convincimento che un centro importante dell’area sud della Basilicata non poteva ancora rischiare un nuovo commissariamento per un sistema elettorale inadeguato. In effetti quella mia scelta ha sicuramente indotto alla presentazione di ben altre tre liste locali. E allora di nuovo mi chiedo di che si sta parlando, data la totale influenza della mia lista sul risultato finale elettorale?

La spiegazione invece me la sono data leggendo il comunicato stampa del GIP di Potenza Curcio, che riporto qui fedelmente:

Dunque, gli ulteriori fatti di cui viene dato conto nelle notizie di stampa, diversi da quelli descritti in tali provvisorie imputazioni, o sono privi di rilevanza penale ovvero sono relativi a vicende nelle quali, alla iniziale acquisizione della notizia di reato doverosamente e immediatamente iscritta, non è seguita l’acquisizione di un quadro indiziario univoco o almeno sufficiente”.

In buona sostanza una falsa notizia di cui il Quotidiano del Sud si è reso responsabile, mettendo alla gogna mediatica persone che con la vicenda oggetto di indagine non hanno nulla a ché spartire, ma per fare, senza voler personalmente manifestare qualche pur giusto retropensiero, “un’ammuina”. Forse si dovrebbe invece indagare su chi fornisce e diffonde notizie false e tendenziose, io personalmente darò mandato al mio legale contro il Quotidiano del Sud per diffamazione.

Aldo Michele Radice
Aldo Michele Radice
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