Indagati per peculato nell’inchiesta che ipotizza “una corsia privilegiata per l’accesso ai pochi tamponi disponibili” nei primi mesi della pandemia da Covid a marzo 2020. I Fatti, secondo l’inchiesta, farebbero riferimento a quanto accaduto nel marzo del 2020, periodo dell’arrivo in Italia, di un all’epoca sconosciuto virus appartenente alla famiglia dei Coronavirus, che con il tempo avremmo imparato, nostro malgrado, a conoscere con il nome di Covid-19 e con il quale, ormai, conviviamo da troppi anni.
In quel periodo, secondo quanto è emerso dall’avviso di proroga delle indagini notificato nei giorni scorsi ad una ventina di indagati, Vito Bardi e gli altri, “si sarebbero accaparrati i pochi tamponi diagnostici all’epoca disponibili per il Covid-19”.
La notizia è stata riportata oggi su “Il Quotidiano del Sud”. Le indagini sui tamponi privilegiati fanno parte di uno dei filoni di un’inchiesta, avviata nel 2019, con al centro un noto avvocato del capoluogo lucano, Raffaele De Bonis Cristalli, su un presunto sistema di scambi di favori tra uomini politici, amministratori e imprenditori.
Sarebbero indagati “per peculato il governatore della Basilicata, Vito Bardi, due dei suoi assessori in carica, i leghisti Francesco Fanelli e Donatella Merra, il consigliere regionale Giovanni Vizziello (Lega), l’ex assessore Gianni Rosa (FdI), uno stretto collaboratore del governatore, Antonio Maiorano, e altri dipendenti della presidenza della giunta e di almeno un paio di dipartimenti regionali. Per la medesima ipotesi di reato, di peculato, sarebbero indagati anche l’ex capo ufficio stampa della giunta, Massimo Calenda, l’ex direttore regionale del dipartimento salute, Ernesto Esposito e il responsabile legislativo del gabinetto del governatore, Antonio Ferrara”.
“Mi preme ribadire la mia totale fiducia nella magistratura e la completa disponibilità nei confronti degli inquirenti per fare chiarezza su una vicenda che mi addolora molto e che riguarda un periodo – la pandemia – che ha segnato profondamente la mia vita, dato il mio impegno diretto e le mie enormi responsabilità dinanzi a un evento imprevisto e imprevedibile, nei confronti del quale ho investito tutte le mie energie unicamente per proteggere i lucani”, ha scritto in una nota Bardi.