Referendum sulla giustizia: divisione trasversale

Promossi da Lega e Radicali, i 5 quesiti referendari in tema di giustizia mirano a eliminare alcune norme dell’ordinamento giudiziario. Trattandosi di Referendum abrogativi, per essere validi è necessario il raggiungimento del quorum. Ovvero, è necessario si rechino alle urne per votare almeno il 50% più uno degli elettori. Se i votanti saranno meno della soglia fissata, i Referendum verranno dichiarati nulli.

Inizialmente i quesiti presentati in materia di giustizia erano 6, ma la Corte costituzionale non ha ammesso il quesito che prevedeva la responsabilità civile diretta dei magistrati (oltre a non ammettere i Referendum sulla legalizzazione della coltivazione della cannabis e sull’eutanasia).

Si voterà invece sull’abrogazione della legge Severino, limitazione delle misure cautelari, separazione delle funzioni dei magistrati, partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e abrogazione di norme in materia di elezioni dei componenti togati del Csm.

Lega e Radicali, in quanto promotori, spingono affinché non solo si raggiunga il quorum necessario ma vincano i Sì. Le due forze politiche promotrici dei Referendum sulla giustizia lamentano una sorta di “censura” da parte dei media, chiedendo per questo l’intervento del Capo dello Stato e del premier e dando il via a uno sciopero della fame in segno di protesta.

Il centrodestra non si presenta compatto all’appuntamento con le urne: mentre Forza Italia sostiene le ragioni del Sì, schierandosi a favore di tutti e 5 i quesiti (Silvio Berlusconi li ha definiti “fondamentali”), Fratelli d’Italia si è mostrato sin dall’inizio piu’ ‘tiepido’, appoggiando il Sì su soli 3 quesiti (separazione delle funzioni dei magistrati o separazione delle carriere, consigli giudiziari e eliminazione delle liste di presentatori per l’elezione dei togati del Csm).

Sostiene il Sì al Referendum anche Coraggio Italia, che auspica una vittoria in particolare del quesito sulla separazione delle carriere. A favore del Sì su tutti e 5 i quesiti si è posizionata Italia Viva, così come Azione.

Pur dicendo Sì a 3 quesiti, Fratelli d’italia ha espresso sin da subito contrarietà sugli altri 2 quesiti, annunciando il proprio No all’abolizione della legge Severino e alla limitazione della custodia cautelare. Chi è schierato convintamente per il No a tutti e 5 i quesiti è il Movimento 5 Stelle, che in particolare ha ammesso di temere il quesito che mira ad abolire la legge Severino.

radionoff
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