A essere onesti e lungi da noi una fin troppo facile ironia, in questi ultimi giorni abbiamo assistito quasi a una kermesse strabiliante di sigle che identificano associazioni di soccorso e di volontariato per i tanti appassionati di turismo green nel Parco dell’Appennino Lucano dell’alto Basento.
L’ultima si riferisce a un intervento di soccorso per un turista toscano cinquantatreenne smarritosi e rintracciato a circa 500 metri dal sentiero escursionistico segnalato, almeno si pensa, nella zona attrezzata di Piano Imperatore tra La Torre e il Monte Volturino. Sottolineiamo per scrupolo l’importanza che tali servizi debbano avere almeno in teoria, ma nella pratica e dalle informazioni riportate dalle testate locali si evince tutt’altro, nella speranza che ci sia sempre un lieto fine!
Si passa da sigle altisonanti che identificano servizi vari: Topografia Applicata al Soccorso (TAS), Centro Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNAS) e ora scopriamo addirittura la possibilità dell’assistenza da parte di un TeR, cioè un tecnico di ricerca per l’assistenza da remoto, e di certo più efficace, se non ce ne sia la necessità, di mettere in moto un’operazione più complessa.
Crediamo sia un nostro diritto chiedere agli amministratori dell’Ente Parco in questione, e continueremo a farlo pur sembrando ripetitivi: i necessari controlli, la messa in opera e la revisione della sentieristica vengono fatti con regolarità, come avviene altrove e nel rispetto della normativa nazionale esistente? Diversamente suggeriamo di mettere all’ingresso del Parco un avviso in cui si fa obbligo agli escursionisti di munirsi di apposita strumentazione tecnologica avanzata e aver frequentato un corso di orienteering a scanso di equivoci, salvando così capra e cavoli. Se poi si preferisce la moda del perdersi è bello, almeno per la visibilità mediatica e il senso d’avventura vissuto in prima persona e farsi un selfie, evviva Onan e così sia!