La politica del ballo…can can… qua qua… o quaquaraquà?

di asterisco

E ci siamo arrivati, tutti ballano all’insegna dei sondaggi fin troppo opinabili o finalizzati, vere armi improprie, che si rivolgono contro chiparla troppo e a sproposito credendo di essere depositario della volontà popolare, come un leggendario padano che un tempo blaterava in bermuda sulle spiagge e oggi vestito di fresco lino indossa l’abito di un non ben definito patriota, e non vogliamo usare un altro termine che pure inizia con la lettera p, in qualche masseria compiacente!

I cosiddetti patrioti si consolano nella speranza di un’eventuale rivincita con le note della marsigliese, in particolare per l’enfant prodige che proprio sbardellando il suo ritenersi futuro rampollo politico dei germoglianti patrioti, rinvigoriti da vocianti ispanici e cavalieri ussari vogliono ridisegnare l’Europa.

Quel che li accomuna tutti sembra sia solo la voglia di volteggiare tra passi di danza lontani anni luce, però, dalle celebri rapsodie della nobile tradizione musicale dei territori a cui appartengono. Un ballo estemporaneo, banale anche se orecchiabile che fa rima con …quaquaraquà

Non ci si meravigli o scandalizzi se la famosa grandeur destra o sinistra riscopra il rivoluzionario “el pueblo unido jamás será vencido”, ciò che conta è mettersi al tavolo e confrontarsi in concreto con i problemi sociali che affliggono la società contemporanea non solo ma in prospettiva, altro che patriottismo becero e insulso!

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