Navighiamo in un guazzabuglio di contraddizioni perdendo il senso della realtà quotidiana. Ci riferiamo alla presidenza della Commissione algoritmi nel nostro Paese, incaricata dal governo di studiare le implicazioni dell’intelligenza artificiale nel campo dell’editoria ma non solo, che in seguito alle dimissioni di Giuliano Amato è passata a Padre Benanti, docente alla Pontificia Università Gregoriana, consulente di Sua Santità, esperto titolato nel campo della Superintelligenza per le sue implicazioni etiche e bioetiche.
Al di là della veneranda età del presidente Amato e delle sue indubbie conoscenze algoritmiche, ci colpisce l’immediata discesa in campo di un presbitero francescano e allo stesso tempo ci poniamo la domanda spontanea: ma dov’è finita la laicità dello Stato?
L’affaire Galileo non ci ha insegnato nulla? Le corrispondenze epistolari fra il Padre Benedetto Castelli, Galileo e Cartesio possono essere illuminanti nei rapporti fra scienza e fede. Qualche anno fa, il cardinale Gianfranco Ravasi sottolineava a tal proposito: ”L’elemento decisivo offerto da Galileo era, invece, di ordine metodologico: nella scienza e nella teologia due sono gli statuti epistemologici in campo. Essi non possono essere confusi, né l’uno può prevaricare sull’altro, dato che attengono a prospettive diverse, anche se considerano lo stesso oggetto. È ciò che appare in modo nitido in questi scritti per cui egli in realtà sbaragliò i suoi contestatori teologi proprio sul loro terreno più che su quello scientifico”. In modo analogo i problemi che la superintelligenza pone nella contemporanea e futura società umana vanno considerati nella loro essenzialità scientifica, nell’intento specifico di migliorare la condizione umana finalizzata alla sua sopravvivenza ed in particolare al suo essere un animale sociale e non un semplice algoritmo.
La laicità di uno Stato diventa una condizione necessaria e sufficiente e unico discriminante, solo se non si guardi a una prospettiva di potere economico o di sopraffazione ideologica, come invece sta accadendo oggi a proposito della ChatGPT di cui tanto si parla.
Si possono fare eleganti disquisizioni di ordine filosofico e teologico, senz’altro utili ma che non sempre hanno una loro valenza algoritmica. Un teorema in matematica, come affermava il fisico Boltzmann: “non ha bisogno di una sua eleganza che è compito del sarto o del calzolaio”, ma di un risultato utile e di cui sia possibile avvantaggiarsene nel modo migliore!