di asterisco
Leggiamo con piacere, da Lucani, i toni trionfalistici dei presìdi “slow food” sempre più attivi nella tutela delle caratteristiche identitarie di un prodotto genuino e in particolare se mirano a valorizzare un territorio naturalistico di tutto rispetto come il vasto Parco dell’Appennino Lucano, della Val D’Agri e dell’Alto Basento con il sostegno da parte dell’Ente omonimo. Parliamo di un’altra eccellenza gastronomica, rappresentata dal prosciutto di Marsicovetere.
Nella nota stampa del sito www.slowfood.it pubblicato qualche giorno fa si legge: “A Marsicovetere, località a mille metri di altitudine nelle sue fresche storiche abitazioni trovano condizioni climatiche ideali, caratterizzate dai venti freschi del monte Sirino e da quelli caldi provenienti dal golfo di Policastro” che assicurerebbero un microclima ideale per la conservazione mediante una salatura a secco, la sua stagionatura e permettere d’avere un prodotto “morbido e profumatissimo, dal colore rosa intenso, al palato una piacevole contenuta sapidità ne caratterizza il gusto, evidente la nota di nocciola e la sensazione burrosa alla masticazione“, di sicuro e senza tema di smentite una vera e assoluta eccellenza. È importante mantenere i giusti valori di umidità, temperatura e in particolar modo un’ottima aerazione dell’ambiente.
Quel che invece si fa fatica a comprendere sono i riferimenti orografici riportati in proposito a voler spiegare il microclima. Il borgo abitato si trova arroccato a poco più di mille metri tra i costoni dei due contrafforti montuosi rappresentati dal Monte Volturino (mt.1835) e il Sacro Monte di Viggiano (mt.1727) a Nord Est con le relative correnti che spirano da quelle direzioni, di cui non si può non tenerne conto e che forse sono in grado di fornire il microclima adatto. Il Monte Sirino, compreso tra i 1907 metri d’altitudine di Madonna di Sirino e il Monte del Papa a 2005 mt. in direzione Sud, a una distanza di circa trenta chilometri in linea d’aria è soggetto alle correnti caldo-umide dei venti ostro e scirocco provenienti da Sud-Est. Il Golfo di Policastro invece a Sud-Ovest, a una distanza in linea d’aria di circa quaranta chilometri, è soggetto a correnti di libeccio temperate ma pur sempre umide.
Nel definire il microclima particolare di cui gode ancora il borgo dell’Alta Val d’Agri non si può non tener conto delle correnti fresche e sottovento dovute alla geomorfologia del Volturino e del Sacro Monte in particolare.
Bisognerebbe dire per fortuna! Se poi si guardi il mastodontico centro oli e le correnti direzionali in cui sono veicolate ben altre sostanze meno male che le correnti sottovento dei gruppi montuosi più vicini riescono ancora a fare da consistente barriera. Tenere in giusto conto la “rosa dei venti” potrebbe di sicuro confortarci meglio!