di asterisco
L’agricoltura è l’unica risorsa del nostro futuro. Le proteste globali a cui assistiamo in tutta Europa sono la spia preoccupante, per l’assenza totale di una linea d’azione, dell’immenso potere economico delle multinazionali del settore alimentare, che diventano il fertile terreno d’espansione di movimenti estremisti e grazie a una classe politica affetta da familismo corporativo e amicale.
Governare nascondendosi dietro gli sbagli commessi in precedenza è la prova di non avere la capacità di farlo. Si ha l’impressione che la nostra Biancaneve non se ne renda conto, un conto è stare all’opposizione tutt’altra cosa condurre la locomotiva Italia con macchinisti che se non saranno amichetti sono ancor peggio dei famigli.
Ad onor del vero si potrà anche dire che macchinisti, tanto per rimanere in tema, del passato recente non abbiano mai percepito il lezzo del letame, così come qualcun altro fuochista d’oggi, in cravatta e doppiopetto, non sia stato mai scalfito dal carbone del tender!
È necessario ricordare nel confrontarsi con una spina dorsale dell’economia rappresentata dal mondo agricolo, quel che affermava Catone il Censore nel suo trattatello De Agri Cultura: “E allorquando lodavano un uomo buono, così lo lodavano: un buon agricoltore, un buon coltivatore” (Et virum bonum quom laudabant, ita laudabant: bonum agricolam bonumque colonum). Dacché siamo nel tempo di Carnevale esiste forse un Arlecchino servo di due padroni?