di Gaetano Ascione
È stata installata a Napoli una grande opera dell’artista Gaetano Pesce. L’opera inizialmente, ma erroneamente, era stata chiamata “porno Napoli al Municipio” in quanto l’installazione è avvenuta in Piazza Municipio. L’opera invece è intitolata “‘Tu si ‘na cosa grande’”.
Molti napoletani hanno pensato che il soggetto dell’opera fosse stato suggerito all’autore dal suo stesso “cognome” ma così non era perché gli è stato detto, nel momento in cui l’opera è stata scoperta, che si trattava della rappresentazione di Pulcinella.
Grande delusione per i turisti giapponesi che avevano già scattato qualche “chilo” di fotografie dato che, tra essi, si era già diffusa la notizia del gemellaggio che Napoli faceva, attraverso quell’opera, con la città giapponese di Kanamara Matsuri di Kawasachi in cui si svolge la processione (anche detta festival) dei falli. Questa celebrazione si svolge soprattutto con lo scopo di attrarre turismo, proprio per la sua stravaganza, ma anche perché vanta affascinanti origini storiche per cui lo spettacolo risulta maggiormente invitante.
Pulcinella in processione?
Esemplari del nuovo Pulcinella napoletano?
La certezza del gemellaggio ha iniziato a rafforzarsi quando gli astanti hanno visto tanta rassomiglianza dell’opera con quelle del famoso artista Kitagawa Utamaro noto proprio per le sue opere erotiche. Il primo cittadino di Napoli, Gaetano Manfredi, all’atto della presentazione dell’opera ai napoletani, ha tenuto a sottolineare che quell’obelisco colorato alto dodici metri, dove non si notava bene la testa (e menomale), non era un pene ma un Pulcinella alto 12 metri e di fronte ad esso c’è un “cuore trafitto” da una freccia a forma di bastone che è alto 5 metri e non è una vagina profanata.
A onorare la qualità e l’originalità del “Pulcinella” c’era anche il Presidente della Regione Campania, Vincenzo de Luca, il quale è intervenuto per un saluto al popolo lì presente.
Pare lo abbia rassicurato che, se non si fosse trattato del “Pulcinella”, detto “‘Tu si ‘na cosa grande’”, è col pene che la regione avrebbe sborsato 160mila euro su 180 mila di spesa complessiva per la realizzazione, anche se Napoli e i napoletani sono abituati a prendere queste opere nel “cu…ore” della propria città.
L’enorme installazione è stata curata dalla nota attrice Silvana Annichiarico, la quale ha dichiarato che in essa ha visto due opere dialoganti tra loro mentre il prof. Vincenzo Trione provvedeva a inserirsi l’opera nel programma “Napoli Contemporanea” che lui cura in diversi siti della città.
Il cattedratico è anche colui il quale ha curato la versione monumentale della Venere degli stracci di Michelangelo Pistoletto, sempre installata a Piazza Municipio nel giugno 2023 e incendiata da un clochard (amante dell’arte) qualche settimana dopo.
Ma se Napoli è considerata una delle città più belle al mondo che gode di un intenso flusso turistico durante tutto l’anno che motivo ha di attirare un turismo quantomeno equivoco? Non era forse il caso una tale bellezza artistica si fosse installata in cima ad una montagna innevata e favorire così un “sano” turismo alpino? Comunque ai napoletani non resta che ricordare che lì dove applicano la legge del Menga, c’è poco da fare se non dopo cinque anni quando si va a votare.