L’Italia è il quinto Paese fra le 36 realtà aderenti all’area Ocse per quanto riguarda il rapporto fra le tasse e il Pil. E non solo: l’importo complessivo della tassazione in rapporto al Pil è passato nel 2022 al 42,9%, dal 42,4% del 2021. Lo rivela l’ultimo rapporto statistico Ocse. Il rapporto fra Pil e gettito fiscale indica la percentuale di Pil raccolta dallo Stato con le tasse al fine di fronteggiare la spesa pubblica e altri obiettivi.
Prima di noi in classifica ci sono:
- Francia al 46,1% ( con una crescita del dato pari al +0,9%);
- Norvegia al 44,3% (+1,9%);
- Austria al 43,1% (-0,2%);
- Finlandia al 43% (- 0,2%).
Tutto sommato l’Italia rimane stabile nella classifica internazionale sull’incidenza della tassazione sui conti pubblici. Sempre dall’Ocse arrivano poi previsioni cupe relative alla crescita. La stessa previsione, del resto, arriva anche dall’Istat.
Di seguito altre performance degne di nota: la Danimarca riduce l’indice tasse/Pil di 5,5 punti (passando dal 47,9% al 41,4%); la Svezia va al 41,3% partendo dal 42,7 (-1,4%); la Germania ha un indice tasse/Pil a quota 39,3%; la Corea del Sud peggiora del +2,2% assestandosi a quota 32%; gli Usa si assestano a quota 26,7% (+1,2%); l’Irlanda (anche grazie alla sua tassazione agevolata per le multinazionali, conquista il gradino più basso nell’area euro con il suo 20,9% (+0,2%); la Gran Bretagna va al 35,3% (+0,9%); la Turchia sta al 20,8% (-2%); il Messico si pone all’estremo più basso con un rapporto del 16,9%.
Le entrate fiscali complessive, in relazione al Pil, sono diminuite in percentuale in 21 dei 36 paesi, mentre sono aumentate in 14 paesi. In Germania sono rimaste invariate, a ulteriore riprova della stabilità dell’economia tedesca.
Il rapporto tasse/Pil nell’area Ocse al 2022 si assesta su una media del 34%, pari a un aumento di +0,15 punti nel 2022.
Oggi in Italia le imposte sul reddito delle persone fisiche generano un gettito pari al 25,9% del Pil. Nel 2022 la percentuale era del 26,8%; le imposte sul reddito delle società generano un gettito pari al 4,4% del Pil (il dato precedente era del 4,8%); i contributi previdenziali vanno a quota 31,2% del Pil (da 31,8%); l’importo totale delle tasse sulla proprietà è pari al 5,8% del Pil (da 5,7%); e l’importo totale dell’Iva è pari al 15,7% del Pil (partendo dal 14,1%).
Il calo registrato nel 2022 sul rapporto medio tasse/Pil nell’area Ocse arriva dopo i rialzi generalizzati del 2021 (+0,15%) e del 2020 (+0,6%). Sull’andamento in tale biennio ha pesato la pandemia di Covid-19 che ha azzoppato le aziende e la maggior parte dei settori produttivi.
Secondo i rilievi Ocse, negli ultimi 40 anni le entrate fiscali sono cresciute di pari passo alla crescita del Pil.
Nella situazione indicata in Italia ogni 1.000 euro di reddito, 430 vanno al Fisco. Si tratta chiaramente di una media nazionale, non indicativa delle situazioni particolari delle varie categorie contrattuali. Il dato è sopra la media europea che si assesta sul 41,2%. Il dato, inoltre, va rapportato anche alla qualità dei servizi che il cittadino riceve dallo Stato in cambio del pagamento delle tasse. Servizi che non sempre sono alla pari con quanto offerto da altri Paesi europei affini all’Italia.