Giorgio Bassani nei suoi racconti dà sempre un giudizio negativo del mondo e della società borghese. Egli come israelita ha visto la sua dignità d’uomo offesa dalle leggi razziali. Ne discende quindi una condanna dei miti e dell’onorabilità della società borghese.
Un altro motivo dello scrittore è quello della solitudine. La vita di relazione è una gabbia in cui l’individuo avverte tutto il suo disagio ma da cui non può uscire. «Gli occhiali d’oro» è il primo romanzo di Bassani e contiene appunto la condanna di quella falsa morale borghese, fatta di ipocriti principi, di parvenze esteriori di stupidi tabù. Il protagonista viene messo al bando e spinto alla disperazione ed al suicidio da una società che non può sopportare il suo vizio, però permette l’applicazione delle leggi razziali e accetta la dittatura e tutte le violenze del fascismo. Meno drammatica appare la struttura dell’altro più noto romanzo del Bassani: «Il giardino dei Finzi Contini» di cui Pampaloni ha detto che è il suo libro più facile ma anche il più rilevatore. Ù
L’epigrafe posta all’inizio del romanzo introduce il suo tema: «Certo il cuore, chi gli dà retta, ha sempre qualcosa da dire su quello che sarà. Ma che sa il cuore? Appena un poco di quello che è già accaduto». L’argomento del romanzo è la sciagura che si abbatte sugli ebrei per le leggi razziali emanate dal 1937 al 1945 Segue la storia di una famiglia. Nessuno della famiglia sopravviverà alla guerra.
Il protagonista del romanzo L’airone è sempre un ebreo, che è un vinto negli affetti e in tutti i suoi rapporti. La tesi dell’autore è che solo la morte libera l’uomo dalla noia, dalla paura e può dargli la pace.
Una visita alla necropoli etrusca di Cervetri è il prologo de «Il giardino dei Finzi Contini» . Il padre spiega alla figlia che gli Etruschi sono vissuti quattro o cinquemila anni fa ed è «come se non siano mai vissuti, come se siano sempre stati morti». Lo scrittore allora va con la memoria a ricordare Ferrara della sua giovinezza e rivede nel cimitero di quella città la tomba monumentale dei Finzi Contini, che era stata destinata a riunire tutti i membri della famiglia mentre invece uno solo di essi, il figlio maggiore Alberto vi fu sepolto, ma gli altri, la figlia Micol, il padre professor Ermanno, la madre Olga e la nonna sono stati deportati tutti in Germania e chissà se hanno avuto una qualsiasi sepoltura. Così viene poi rievocata tutta la storia della nobile famiglia . L’ombra della morte aleggia anche su tutto il romanzo «L’airone», che narra l’ultima giornata di Edgardo Limentani, ricco proprietario terriero dalle prime ore dell’alba fino alla tarda notte.
Dopo la giornata dedicata alla caccia il protagonista sente aumentare in sé l’angoscia e la tristezza noiosa fino a che vede nell’airone colpito il proprio destino. Mentre rientra a Ferrara balena il pensiero della morte, davanti alla vetrina di un imbalsamatore. «Di là dal vetro il silenzio, l’immobilità assoluta, la pace. Guardava ad una ad una le bestie imbalsamate, magnifiche, strette nella loro morte, più vive che se fossero vive».
