di asterisco
Leggere per capire, capire per leggere. Basterebbe attenersi a tale regola per tentare una sintesi di ciò che i sempre più numerosi parolai dell’interdisciplinarietà, oggi di moda, strombazzano ai quattro venti. Esistono modi differenti per una legittima critica di quel che viene definito “eventificio” lucano nel periodo estivo vacanziero.
Vedere una trasmutazione genetica scomodando non la biologia ma la psicoanalisi tra atavici feticismi e radicalismi antropologici rivela con chiarezza estrema il bagaglio cognitivo di uno “strizzacervèlli” infatuato a sua volta dalle avanguardie artistiche per dar corpo alle nullità, altro che vuoto da riempire.
Verrebbe da chiedere al nostro etnofustigatore il significato che dà alla parola “vuoto” e citiamo, in ossequio al comune “buon senso” dei nostri anziani, quanto scrive: “ci sono due tipologie di vuoto: quello che chiede di essere riempito e quello che si riempie del nulla”. È possibile che vuoto e nulla siano la stessa cosa e allora madre natura disobbedendo al precetto aristotelico dell’horror vacui cosa fa, tenta l’impossibile per dar credito all’analisi cognitiva del nostro terapeuta, forse incazzato con le logiche clientelari indigene o a digiuno di basilari concetti scientifici!