Scimmiottature “en passant”: Tucidite, Luciano o Garibaldi?

di asterisco

A sentire l’infervorato incitamento, dal tipico taglio meloniano, rivolto ai suoi colleghi di partito nel rammentare loro di essere orgogliosi dell’occasione che si offre di scrivere la storia, vien voglia per riacquistare un minimo di lucidità mentale di andare a rileggersi prima qualche brano dello storico greco per antonomasia, poi del fantasioso scrittore agli antipodi della narrazione storica e alla fine, come sintesi dell’azione politica, le memorie del nostro eroe dei due mondi.

Siamo certi che la nostra premier li abbia di sicuro letti e riletti nei suoi anni giovanili e che ora tenti nel distillarne il pensiero di spiegare a chi la circonda che il tempo delle famose “decisioni irrevocabili” sia giunto.  Per essere artefici della storia futura occorrerà rimanere vigili nell’azione politica e attenti a non commettere errori di sorta secondo un’ottica tuciditea dei fatti e nel rispetto dei criteri indicati da Luciano nel suo breve scritto “Del modo di scrivere la storia” o per essere più espliciti di “fare l’Italia”, parafrasando le parole del biondo eroe rivolte all’esagitato Bixio, cosi come i vari luogotenenti che affollano la compagine governativa!

Ci sia consentita un’ultima osservazione, nel rileggere l’altra operetta di Luciano di Samosata intitolata “Una storia vera”, è sembrata molto più verosimile stando alle numerose analogie con quel che vediamo da mesi succedere nel governo, autentiche “storie extravaganti” che fanno ben immaginare che razza di storia i nostri potranno, ammesso e non concesso, scrivere!

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