Tra vigne e sinfonie: Beethoven a Pietragalla

Ah, finalmente! Era ora che si scoprisse la verità che tutti sospettavamo ma che nessuno aveva mai osato dire ad alta voce: Ludwig van Beethoven non solo era un compositore di genio, ma era anche un appassionato frequentatore della dolce campagna lucana, tanto da farsi costruire una bella dependance tra i palmenti di Pietragalla. Sì, avete capito bene! L’immortale autore della Nona Sinfonia, colui che ha rivoluzionato la musica occidentale, ha evidentemente trovato la sua vera ispirazione non tra le eleganti strade di Vienna o tra le alte cime alpine ma tra le colline piene di vigneti e ulivi del Sud Italia.

D’altronde chi avrebbe mai sospettato che mentre il mondo intero immaginava Beethoven chiuso nel suo studio, chino sui suoi spartiti, con la testa avvolta nella più solenne concentrazione, lui invece stava probabilmente sorseggiando un buon bicchiere di Aglianico sotto il sole lucano, tra un pensiero musicale e l’altro? Magari, tra un movimento di una sinfonia e un’altra sonata, si dilettava a scrivere lettere ai suoi amici viennesi raccontando di come aveva trovato un posto perfetto per rilassarsi e meditare: un accogliente rifugio tra i palmenti, dove il suono del vento tra le vigne gli suggeriva nuovi temi musicali e il canto degli uccelli era perfetto per esercizi di contrappunto.

E che dire dei “Musici Accademici” di Pietragalla che con spirito pionieristico hanno finalmente deciso di svelare questo lato sconosciuto di Beethoven? Grazie a loro, possiamo immaginare un Beethoven che, dopo aver scritto l’Inno alla Gioia, decide di scendere al palmento per una giornata di vendemmia, magari dirigendo i contadini come se fossero un’orchestra. Sì, perché a questo punto tutto sembra possibile. Chi avrebbe mai pensato che proprio a Pietragalla si celassero i segreti più intimi del maestro? Altro che i grandi salotti europei: Beethoven, il genio romantico, aveva trovato il suo paradiso terrestre tra i vigneti lucani!

E i manoscritti inediti? Ah, quelli sono la ciliegina sulla torta! Mentre tutti cercavano invano nuovi spartiti nascosti tra le polverose biblioteche di Berlino e Parigi ecco che spuntano fuori proprio tra i campi e le colline del sud Italia. Forse, in uno di quei momenti di assoluta tranquillità, Beethoven scrisse una nuova sonata ispirata al ritmo delle onde del Mar Tirreno o compose un notturno mentre contemplava il cielo stellato della Basilicata. Magari c’è persino una “Sinfonia del Vino” nascosta tra quegli inediti, una composizione che celebra il potere ispiratore del nettare degli dèi, degustato direttamente dalla botte durante una delle sue visite a Pietragalla.

Immaginiamo, dunque, questo monumentale libro appena pubblicato: un tomo che non solo arricchisce la nostra conoscenza musicale ma che ci apre anche le porte di un Beethoven bucolico, un compositore che, tra una fuga e un adagio, non disdegnava una passeggiata tra i filari di vite. E mentre i più sprovveduti continueranno a cercare le radici dell’ispirazione beethoveniana nelle sale da concerto o nei teatri di corte, noi, grazie “Musici Accademici” di Pietragalla, sappiamo finalmente dove la sua musa lo ha condotto davvero.

Quindi, prepariamoci a una rivoluzione nella storia della musica! Non più solo Vienna, Bonn o Heiligenstadt, ma ora anche Pietragalla. E chissà, forse un giorno scopriremo che la Settima Sinfonia è stata concepita durante una festa di paese, tra balli e canti popolari, oppure che il “Testamento di Heiligenstadt” ha un gemello nascosto chiamato il “Testamento di Pietragalla”, scritto mentre Beethoven si godeva un tramonto mediterraneo. D’altronde il genio si manifesta in modi misteriosi e ora finalmente sappiamo che alcuni dei suoi segreti più profondi sono stati custoditi tra i palmenti.

E se vi capita di andare a Pietragalla fermatevi un attimo a guardare il panorama: chissà, magari sentirete anche voi una melodia beethoveniana portata dal vento… o forse è solo il suono di un buon bicchiere di vino che si riempie!

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