La verità che ricorda Antigone ha immenso valore, ma è altrettanto doveroso non cadere nell’ipocrisia di cui sembra saturarsi la gran parte della nostra classe politica oggi. Se un imprenditore rampante sia riuscito a creare un impero televisivo privato e concorrenziale con quello pubblico di stato è certamente un qualcosa di positivo. Aver creato posti di lavoro con le sue aziende in campo editoriale non lo è da meno. Che poi non abbia voluto ascoltare i consigli di un esperto e navigato professionista della parola, quale il toscanaccio bastian contrario Indro Montanelli, di non scendere in politica direttamente ma servirsi del politico, come in generale era sempre accaduto, con i relativi benefici ed interessi aziendali che ne potessero derivare è tutt’altra cosa.
Scambiare lo stato come un’azienda e raccogliere i suffragi da un numero di elettori invasati dalle innumerevoli promesse sulle sue, e non solo, reti televisive, editoriali e mediatiche ha creato nella politica uno sconquasso totale che spiega la frammentarietà della stessa classe politica italiana che non si è saputa rinnovare ed una volta al governo o all’opposizione ha seguito una parabola discendente, ammaliata da un bipolarismo assurdo che però ha contagiato tutti gli schieramenti, di destra cosi come di sinistra.
Una classe politica fatta da statisti avrebbe dovuto produrre ben altri risultati in questi ultimi trent’anni, l’antiberlusconismo, la smania di voler cambiare la costituzione, credere nell’uomo della provvidenza hanno allontanato sempre più l’elettore dallo strumento democratico per eccellenza: il voto, con un risultato fallimentare conseguente per entrambi gli schieramenti.
La prova evidente dell’ipocrisia dilagante ci è data da tutto ciò che riportano i giornali e le dichiarazioni di gran parte del mondo politico. La stessa estensione mediatica dei cosiddetti funerali di stato, per altro legittimi, la spettacolarizzazione dell’evento ben si addice alla personalità istrionica di un imprenditore unica nel suo genere ma che non ha nulla da spartire con un vero statista! Figli d’arte non esistono nella scena politica e men che mai adesso!