Domenica 12 giugno si vota per il rinnovo amministrativo in 978 comuni italiani di cui ventidue sono capoluoghi e quattro sono anche capoluoghi di Regione: Genova, L’Aquila, Palermo e Catanzaro. Gli elettori italiani coinvolti sono circa nove milioni, quelli interessati sono circa 60 milioni e rappresenta un test molto importante. Ma il momento elettorale prevede anche il referendum per la Giustizia che gli esperti prevedono non raggiungerà il quorum e tutto resterà come prima. Secondo molto osservatori il Pd e il Movimento 5 Stelle hanno boicottato il referendum mentre gli altri partiti non hanno sufficientemente sostenuto la causa.
È ovvio che il termometro delle previsioni elettorali sarà indirizzato soprattutto verso le elezioni Comunali. Altrettanto ovvio sarà il commento ai risultati dove tutti diranno di aver vinto e tutti si giustificheranno del fatto che si tratta di elezioni Amministrative e non politiche. Possiamo affermare sin da ora che “la storia si ripete” e che il “copione è sempre lo stesso”. E allora azzardiamo anche noi qualche previsione come quella che per qualche leader sarà un test decisivo. Si può prevedere anche che qualche problema dovrà affrontarlo il dirigente del Carroccio visto che sopra di esso trasporta ormai una maggioranza di “dissidenti” che non ne condividono più la conduzione. Forse è prevedibile anche che il Matteo comandante voglia toccare con mano il consenso probabile sperando di non scendere sotto il 15 per cento. Naturalmente questi sono solo numeri che un alto esponente leghista ha dato aggiungendo che, a iniziare dalle vicende del Papeete, il Salvini ha fatto solo errori che sono andati a beneficio di Fratelli d’Italia che ha superato la Lega di circa otto punti. È possibile, quindi, che queste elezioni Comunali rappresentino un vero e proprio tracollo per la Lega come anche il ministro Giorgetti ha lasciato intendere che puntualmente smentisce o contrasta l’operato del Capitano. Il caso Lega è certamente il più eclatante ma anche nell’agitata marea gli altri partiti non stanno meglio ad eccezione di Giorgia Meloni che giorno dopo giorno, e forse domenica ne avrà ulteriore conferma, assume la sufficiente autorevolezza per vestire i panni da leader con i voti che avrà intercettato dalla Lega e da Forza Italia.