Ci sia permesso di parafrasare il titolo di una delle ultime pubblicazioni del compianto Mons. Arciprete Don Rocco Piro: Senza memoria non c’è futuro per sottolineare l’importanza dell’iniziativa editoriale a cura del Circolo culturale Il portale con la pubblicazione dei due volumi: Le pergamene della Chiesa di S. Maria Maggiore (XIV-XIX secolo) e L’Apprezzo della terra di Vignola (1730) frutto del lavoro delle ricercatrici Donatella Gerardi e Rosanna Lamboglia coordinato dal Prof. Francesco Pannarelli dell’Università degli studi della Basilicata.
La scrupolosa ricerca storico-filologica sulle pergamene della Chiesa Madre e sul manoscritto dell’Apprezzo forniscono un’infinità di notizie, riferite ad ambiti diversi, e ci permette di contestualizzarle arricchendo la nostra conoscenza sulle origini della comunità pignolese. Contratti e rogiti notarili permettono di ricostruire consuetudini e tradizioni tipiche di una certa collettività a volte alquanto originali e rivelatrici di elementi identitari che ritroviamo ancora oggi, cosi come informazioni relative al censo ed abitudini dei suoi abitanti o sul territorio, le sue chiese e cappelle sparse in più parti, la ricchezza di sorgenti, le colture nei vari appezzamenti di terreni, le strade di collegamento. Tutto attraverso la stima, appunto il cosiddetto Apprezzo, da parte del tavolario, oggi diremmo tecnico, Donato Gallarano che avrebbe redatto il manoscritto datato 1730.
Le fonti documentarie da qualunque parte provengano, archivi di Stato, Chiese o privati, hanno un’importanza primaria nella ricerca storica, devono essere lette ed interpretate con dovizia e scrupolo filologici che alle nostre autrici non manca.
L’ampia ed esaustiva bibliografia citata sia nelle note che nell’appendice dei due volumi invita il lettore ad approfondire gli argomenti citati e tentare di comprendere il fatto storico delle origini di Vignola terra regale, donazione della regina Giovanna II D’Angiò-Durazzo alla Real Casa dell’Annunziata di Napoli il più importante istituto assistenziale del Mezzogiorno, e qualora volesse focalizzare una certa visione identitaria della collettività d’appartenenza nel folclore estemporaneo di certe rievocazioni storiche ma nel rispetto dell’interesse culturale che tanto appassionava il carissimo Nicola a cui la Pro Loco ha inteso intitolare le borse di studio che hanno permesso queste ricerche.