Mi piace proprio immaginare che le pignolesi Rosa e Gabriella dovettero partire insieme perché, essendo compaesane e coetanee, certamente si conoscevano e magari erano anche amiche. Viaggiare in compagnia aveva i suoi vantaggi poiché il viaggio, si sa, è sempre colmo di pericoli. Oltretutto, per le donne sole i rischi erano indubbiamente maggiori, anche se esse avevano già 58 anni suonati, quindi non proprio delle giovincelle sprovvedute.
Chissà se, come era consuetudine nel loro paese nella giornata di San Giovanni, le due donne avevano mai interrogato il fato; Chissà se, eseguendo il rito dell’albume d’uovo[1], vi avevano già intravisto le vele, chissà.
Comunque, era il 19 luglio del 1895 quando la contadina Rosa Albano e la filatrice Gabriella Olita si ritrovarono nel porto di Napoli, pronte a imbarcarsi per il Sudamerica. Non ci è noto se fosse la prima volta che vedevano il mare o, magari, solo la prima volta che si apprestavano a imbarcarsi per il grande viaggio, ossia a “passare la tonza”, come dicevano i contadini “montanari” delle loro parti, con rispetto e timore al cospetto dell’immensa distesa d’acqua. [2]
Probabilmente l’obbiettivo delle due donne era di ricongiungersi ai familiari già emigrati e magari “sistemati” oltreoceano. In questo caso, allora, il disagio doveva consistere solo nel lungo viaggio, poiché di là del mare avrebbero trovato facce amiche e un primo alloggio dove appoggiarsi.
Così, una volta nel porto, le due donne, trepidanti, si dovettero presentare all’agente della compagnia “La Veloce”, che aveva loro venduto i biglietti.
Forse solo in quel momento[3] appresero anche loro che, contrariamente a quanto programmato, la partenza del piroscafo “Sud America”, diretto a Montevideo e Buenos Aires, era slittata al 21 luglio dal porto di Genova, dove il piroscafo si ritrovava ormeggiato, e che non avrebbe fatto scalo a Napoli.
“Niente di irreparabile” potrebbe aver detto l’agente della compagnia facendola facile: “Senza alcuna spesa aggiuntiva...” i passeggeri si sarebbero imbarcati quello stesso giorno sul Piroscafo “Maria P.” e sarebbero arrivati comodamente a Genova, in tempo per la partenza del “Sud America”.
Almeno, avranno pensato… “nessuna spesa aggiuntiva”, anche se l’inconveniente avrebbe comportato una bella aggiunta di ore di viaggio.
Alle due donne, tutto sommato, la “Maria P.” dovette sembrare un buon piroscafo. In verità non è che avessero tanta competenza in materia, ma il piroscafo faceva la sua bella figura nei suoi 53 metri di lunghezza e soprattutto doveva essere in buone condizioni visto era di recente varo. Infatti, era stato costruito in Inghilterra solo nel 1886 e 9 anni di vita per una nave sono poca cosa. Così si imbarcarono sulla “Maria P.” insieme ad “almeno” 173 passeggeri, più i 18 uomini d’equipaggio. Quasi tutti i passeggeri erano emigranti, famiglie intere con molti bambini. Tutti, probabilmente, avevano in petto speranza e tristezza.
La traversata verso Genova proseguì nel migliore dei modi: mare calmo e ancora una buona freschezza di fisico. Mare, mare, mare, per tutta la giornata finché, nella tarda notte del 20 luglio la “Maria P.” si trovò finalmente in prossimità della Liguria. Magari anche solo immaginare di essere a poche miglia dalla costa avrebbe rinfrancate le due donne, ma a quell’ora quasi tutti i passeggeri “erano già a dormire sottocoperta.”
Intanto, alle 21,00 della stessa sera dal porto di Genova era salpato il piroscafo “Ortigia”, diretto in Africa, a Massaua, con pochi passeggeri, ma altri ne avrebbe imbarcato nelle tappe, previste a Livorno, Napoli e Palermo.
Non un piroscafo qualunque, ma “L’Ortigia”, proprio “l’Ortigia”. Il piroscafo non era affatto sconosciuto nell’ambiente, anzi era piuttosto noto come piroscafo nato sotto una cattiva stella. Basti dire che, ancor prima di essere ultimata, la società armatrice che l’aveva commissionata fallì miseramente. Una bella rogna.
Venne comunque varata nel 1873, nel porto di Livorno, ma lì vi rimase ormeggiata per due lunghi anni prima di prendere il largo. Finalmente.
L’inizio in realtà non fu proprio agevole, né fortunato, poiché già durante le manovre in porto, si racconta, “urtò e danneggiò un battello ed affondò alcune piccole imbarcazioni.”
Poco male, viene da pensare, dopotutto una manovra maldestra può capitare a tutti, ma nel tempo gli incidenti si ripetettero e si guadagnò la nomea di piroscafo perseguitato dalle sciagure. La cronaca riporta che nel 1879 causò l’affondamento di un bastimento nelle acque liguri. Invece, nel 1880, solo un anno dopo, nel golfo di Spezia, in prossimità dell’isola del Tino, speronò e affondò un piroscafo francese, “Oncle Joseph”. Quella volta provocò una catastrofe con oltre 200 morti.
Anche francese pare fosse il battello speronato nel 1885 (una decina di morti); altri vari accidenti gli accaddero negli anni a seguire.
Comunque, tornando alla nostra storia, verso l’1:30 della notte tra il 20 e il 21 luglio, il piroscafo “Maria P.” aveva ormai raggiunto il golfo della Spezia. Quando si trovava all’altezza dell’isola del Tino, dalla sala comandi si intravvide in lontananza un “fanale” procedere nella loro direzione in piena rotta di collisione.
Venne avvertito il comandante che provò prima a segnalare la loro presenza, finché, valutando il rapido avvicinarsi del piroscafo, provò la manovra detta di “poggiare”, ossia svoltare dando modo alla nave in rotta di collisione di poggiarsi o sfilare sfiorando il bordo della fiancata. L’Ortigia, invece, non svoltò affatto, anzi, “andò di prua penetrando nel fianco della Maria P. per ben sei metri.” [4]
L’urto fu terribile, tanto che quanti si trovavano in coperta furono scaraventati in mare. Sottocoperta, invece, “all’urto violento, improvviso, i passeggieri si svegliarono di soprassalto, e intuendo l’orribile disastro, balzarono dalle cuccette emettendo grida di soccorso.” [5]
A quel punto, il comandante dell’Ortigia ordinò di calare le scialuppe in mare e di accorrere in soccorso dei naufraghi. Il buio e la confusione resero però tutto molto complicato. Alla fine, a fronte di notevoli sforzi, si riuscirono a mettere in salvo solo 28 passeggeri e 14 membri dell’equipaggio.[6]
La situazione precipitò e dopo qualche minuto i movimenti della Maria P. ,che continuava a imbarcare acqua, minacciarono di tirare a fondo anche Ortigia e il comandante dovette ordinare di mettere “macchine indietro”, abbandonando la “Maria P.” al suo destino. L’enorme squarcio inghiottì rapidamente enormi quantità d’acqua e la struttura fu in balia di immani forze. I testimoni raccontarono che:
“Il Maria P. drizzandosi sulle onde risospinte dal cozzo tutto, tutto all’intorno, come in un maremoto, si drizzò sui flutti spaventosamente come un cavallo inferocito, quindi inghiottito dal gorgo mostruoso schiusosi a riceverlo, scomparve nella profondità del mare. Tutto ciò fu l’opera di tre minuti. Tre minuti bastarono a compiere una sciagura che avrà un eco incalcolabile nel cuore di tante persone.”[7]
Effettivamente la gravità del disastro trovò vasta eco. Tutti i giornali riportarono la notizia, creando scalpore e sgomento nella popolazione. Già il 21 luglio, invece, la notizia raggiunse i deputati riuniti in seduta parlamentare e l’on. Sola interruppe i lavori per interrogare il Ministro della Marineria[8].
Il bilancio finale, dopotutto, fu oltremodo drammatico. Perirono almeno 150 passeggeri e 3 membri dell’equipaggio.[9] Tra i nominativi delle vittime, caso insolito pubblicate finanche sulla Gazzetta Ufficiale,[10] si leggono quelli di molti calabresi, campani, pugliesi e siciliani. Nove risultano essere lucani, tra questi anche le nostre Rosa Albano e Gabriella Olita.
È certo una storia triste, di miseria e di emigrazione; di sogni infranti e di speranze tradite.
Una storia viziata da coincidenze infauste, quasi combattuta contro un destino avverso e crudele; una lotta che si dimostrò impari. Ecco perché ci piace immaginare che quella giornata di traversata le due donne l’avessero passata insieme, perché avessero potuto attenuare in uno sguardo amico il magone del distacco dalla terra natia. Perché non si siano mai sentite completamente sole.
[1] L’albume d’uovo versato in un bicchiere d’acqua veniva lasciato fuori dalla finestra nella notte della festa di san Giovanni. Il giorno successivo, dalla forma che esso aveva assunto si ricavavano notizie sul futuro.
[2] Se affonda la nave, non ti puoi attaccare a “ghionghie” (al giunco) recita un motto di Pignola, loro terra d’origine.
[3] Atti processo Tribunale Civile di Napoli (Sez.7°) – 6 maggio 1898 – Mazzei c/o Società di Navigazione Italiana. Il sig. Mazzei dichiara nel processo che ne seguì, dicendosi disposto a portare i testimoni, che secondo gli accordi doveva imbarcarsi sul “Sud America” nel porto Napoli.
[4] Il Secolo XIX. Genova 22 luglio 1895.
[5] Rivista Nautica. Pubblicazione illustrata della Marina Mercantile. 1895 – Anno IV vol. IV
[6] La Fedeltà. Quindicinale. 28/7/1895. “Si nota lo strano caso che alcuni anni sono, il vapore Ortigia nelle stesse acque ebbe una collisione con il vapore francese Oncle Joseph. Le barche Spezia e Marina, inviate da Spezia, ancora ispezionano le acque del sinistro.
[7] Rivista Nautica. Pubblicazione illustrata della Marina Mercantile. 1895 – Anno IV vol. IV
[8] Atti parlamentari del 21/7/1895. Su interrogazione dell’on. Sola, il Ministro della Marineria Morin, legge il seguente telegramma: “posso dare immediatamente le notizie che mi sono pervenute con un telegramma che ho ricevuto testé alla Camera. Il telegramma è del capitano del porto di Genova ed è datato dalle ore 15.55. Eccolo: “Piroscafo Ortigia, capitano Cruciani, partito ieri sera da Genova con 51 equipaggio 25 passeggeri e piroscafo Maria P., capitano Ferraro, partito a Napoli 18 equipaggio e 173 passeggeri, urtatisi ora una circa traverso Tino distante 11 miglia, Maria P. Colata a fondo…. – Voci: Maria Pia? – Morin: No, Maria P. Probabilmente Profumo, perché appartiene ad un armatore che si chiama Profumo.
[9] Gazzetta Ufficiale. 29 luglio 1895.Il Ministero della Marina fa osservare che possonvi essere pure altre vittime di passeggieri imbacati per la sola traversata da Napoli a Genova e di essi non è stato dato accertare il numero preciso per la ragione che chiunque anche all’ultima ora può munirsi di biglietto senza indicare la propria generalità.
[10] Gazzetta Ufficiale. 29 luglio 1895.
Elenco di passeggieri periti la notte dal 20 al 21 luglio 1895 per la collisione del piroscafo Mara P. coll’Ortigia imbarcati dal porto di Napoli
1)Saraceno Antonio fu Matteo, di anni 32, nato a Napli, muratore.
2-3-4-5 e 6) Covino Incoronata, di anni 35 nata a Morra Irpino (Avellino), bracciante, Succardi Martino (figlio) di anni 14, nato a Morra Irpino (Avellino) Angelo Maria (figlio) di anni 16, nato a Morra Irpino (Avellino), Carmine (figlio) di anni 7, nato a Morra Irpino (Avellino), e Maria (figlia) di anni 7, nato a Morra Irpino (Avellino).
7) Squillace Giuseppe fu Gaetano, di anni 37, nato a Rocella Jonica (Reggio Calabria) vaticale.
8-9-10) Canfarotta Lucia fu Rosario, di anni 41, nata a Catania, casalinga. Celano Giuseppe (figlio) di anni 9, nato a Catania, e Concetta (figlia) di anni 11, nata a Catania.
11- 12) Caliano Angela fu Pasquale, di anni 51, nata a Montoro (Avellino) contadina. Artusi Marianna, figlia di anni 23, nata a Montoro.
13) Cuccaro Franco Savino di Rocco di anni 30, nato a Cersosimo (Potenza), contadino.
14) Mancino Nicola fu Salvatore, di anni 31 nato a Procida (Napoli) marinaio.
15-16-17) Basile Maria di Francesco, di anni 41, nato a Fuscaldo, (Cosenza) filatrice. Mazzei Anna Maria figlia di anni 14, nata a Fuscaldo (Cosenza),Francesco figlio di anni 7, nato a Fuscaldo (Cosenza).
18) Sarni Giambattista fu Giovanni di anni 26 nato a Morra Iropino (Avellino) bracciante.
19) Scofani Antonio fu Pietro, di anni 54, nato a Fuscaldo(Cosenza), Giornaliero.
20,21,22) Varano Dario Cosmo fu Domenico, di anni 33, nato a Roccella Jonico (Reggio Calabria) fuochiesta. Dario Caterina (moglie) nata a Roccella Jonico (Reggio Calabria), Elvira (figlia) di anni 3, nata a Roccella Jonico (Reggio Calabria). 23) Varano Domenico, di mesi 11, nato a Roccella Jonica (Reggio Calabria). 24,25,26) Davoli Carmela, di anni 41 nata a Taverna (Catanzaro). Filatrice. Cosentino Umberto, figlio, di anni 14, nato a Taverna (Catanzaro) e Rosa (figlia) di anni 7nata a Taverna (Catanzaro).
27) Olita Gabriella fu Nicoa, di anni 58, nata a Pignola, (Potenza), filatrice.
28) Clifano Giuseppe fu Carlo, di anni 44, nato a Napoli, commesso.
29) Loffredo Liberato fu Antonio, di anni 33 nato a S. Gregorio (Avellino), panettiere
30) Digiglio Raffaele fu Angelo, di anni 23, nato a Caserta, fabbro.
31,-32) Sagliocca Raffaele fu Antonio, di anni 32, nato a Lioni (Avellino) contadino e Antonio, (filgio) di anni 8 nato a Lioni (Avellino).
33) Nittoli Vincenzo, di anni 16 nato a Lioni (Avellino).
34) Marotta Salvatore di Antonio, di anni 36, nato a Trecchina (Potenza), contadino.
35 Lalli Nicola fu Felice, di anni 68, nato a Castiglione (Chieti) Contadino.
36) Biasotti Vincenzo fu G:Batta, di anni 42, nato a Massa, contadino.
37) Spaventa Rosa di Angelo, di anni 44, nata a Mezzagrogna (Massa) contadina.
38 Leo Pasquale di Rocco, dianni 24, nato a S.Giorgio, (Potenza)
39) Schiripa Alfonso di anni 47, nato a Gioiosa Jonico (Reggio Calabria) Contadino.
40) Pellegrino Carmine fu Domenico, di anni 43, nato a Campana (Cosenza), contadino.
41,42,43) Celagrossi Maria Stella, di anni 34 nata a S. Marco (Foggia), contadina. Celestino Jacovacci, (figlio) di anni 11, nato a S. Marco (Foggia),Giovanni Antonio (figlio) di anni 7 nato a S. Marco (Foggia), contadino.
44) Costeggiani Filomeno di Michele, di anni 33, nato a S. Marco (Foggia), contadino.
45) Chiavao Diodato fu Domenico di anni 82, nato a Massa Alba (Chieti), contadino.
46) Di Lisio Luca fu Vincenzo, di anni 21 nato a Montemauro (Avellino), contadino.
47, 48Porillo Antonio, di anni 35, nato a Castelfranco (Avellino) contadino. Maria Santoro (moglie), di anni 33, nata a Castelfranco (Avellino), contadina.
49) Pistininzi Giuseppe, di anni 41, nato ad Arena (Avellino, domestico.
50) Miraglia Antonio, di anni 43, Brasiliano, proprietario.
51, 52, 53 e 54 De Barros Barbara, di anni 39, Brasiliana, proprietaria, Miraglia, Francesco 8, Miraglia Josè, di anni 6, Miraglia Diogene, di mesi 21, figli.
55 e 56) Riberis De Barros Sabello, di anni 31, Brasiliana, proprietaria, Riberis De Barrosa Ilario di mesi 13.
57) Sarchiapone Nicola, di anni 27, nato a San Salvo, Calzolaio.
58) Brano Giuseppe, di anni 20 nato a Piegino, contadino.
59) Mazzeo Teresa, di anni 37, nata a Valle dell’Angelo. Contadina.
60) D’Andrea Elena, di mesi 11, nata a Valle dell’Angelo.
61) D’Andrea Elvira, di mesi 8, nata a Valle dell’Angelo.
62) D’Andrea Francesco, di mesi 6, nato a Valle dell’Angelo.
63) D’Andrea Gaetano, di anni 3, nato a Valle dell’Angelo.
64) D’Andrea Pietro, di anni 2, nato a Valle dell’Angelo.
65) Pagliarone Sabba, di anni 42, nato a Bomba. Contadino.
66) Di Cola Antonietta, di anni 13, nata a Bomba. Contadina.
67) Di Cola Domenico, di anni 11, nato a Bomba. Contadino.
68) Panariello Biagio, di anni 55, nato a Boscoreale, contadino.
69) Pilato Francesco, di anni 39, nato a Girgenti, contadino.
70) Pistininzi Tommaso, di anni 13, nato ad Arena, contadino.
71)Tambano Carlo, di anni 46, nato a Pisciotta, contadino.
72) Rielli Nicola, di anni 24, nato a Gioia, contadino.
73) Albano Rosa, d’anni 58, nata a Pignola, contadina.
74) Martuscelli Vito, d’anni 23, nato a Pisciotta, contadino.
75) Barillà Slvatore, d’anni 45, nato a Siliego, contadino.
76) Yenia Brigida,di anni 23, nata a Safili, contadina.
77) Yenia Vittoria,di anni 4, nata a Safili.
78) Yenia Brigida,di anni 6, nato a Safili, contadino.
79) Ionda Adelina, di mesi 1, nata a Safili.
80) Ionda Adelina, di mesi 1, nata a Safili.
81) Angieri Agesilao, di anni 28, nato a Lattarico, contadino.
82) Amberti Filomena, di anni 35. Mata a Foi,efreddp (Cosenza) domestica.
83) Marino Amalia, di anni 57, nata a Paola (Cosenza) contadina.
84) Orlando Giovanni, di anni 32, nato a Paola (Cosenza, contadino.
85) Lavisi Pietro, di anni 23, nato a Casaletto, contadino.
86) Vita Carmine di anni 31, nato a Casaletto, contadino.
87) Paglia Francesco, di anni 63, nato a Pisciotta, muratore.
88) Romano Liberata, di anni 25, nata a Pisciotta, contadina.
89, Cazzano Lucia, di anni 3, nata a Pisciotta.
90) Mirco Rosa, di anni 81, nata ad Acquaviva, contadina
91)Miccio Maria, d’anni 11, nata ad Acquaviva, contadina.
92) Miccio Antonio, di anni 42, nato a Acquaviva, contadino.
93) Macchiaè Anna Maria, di anni 36, nata a napoli, donna di casa.
94) Celano Domenico, di anni 21, nato a Castellucci Inferiore, contadino.
95) Martellotta Pietro, di anni 20, nato ad Acquappesa, calzolaio.
96) Ferrara Camillo, di anni 15, nato ad Acquappesa, calzolaio.
97) Balena Ermenegildo, di mesi 18, nato a Napoli.
98) Balena Mario di 1 mese, nato a Napoli.
99) Conte Maria, di anni 41, nata a Carbone, contadina.
100) Continanza Antonio, di anni 11, nato a Carbone, contadino.
101) Continanza Maria Rosa, di anni 11, nata a Carbone, contadina
102) Russo Vincenzo, di anni 23, nato a Lipari (Messina) donna di casa.
103 )Siarrone Giovanni, di anni 43, nato a Lipari (Messina) marinaro.
104) Casalsei Angela, di anni 37, nata a Lipari (Messina), donna di casa.
105) Sciarrone Raffaele, di anni 11, nato a Lipari (Messina).
106) Sciarrone Giuseppe, di anni 3, nato a Lipari (Messina).
107) Sciarrone Caterina, di anni 4, nata a Lipari (Messina).
108) Ermito Rosa, di anni 12, nata a Lipari (Messina), casalinga.
109) Sulli Francesco, di anni 33, nato a Carbone, contadino.
110) Santoro Michele, di anni 21, nato a Rionero, contadino.
111. Graziadio Angelo, di anni 23, nato a Castrovillari, contadino.
112) Mancini Luigi, di anni 40, nato a Castrovillari, contadino.
113) Bastardo Santo, di anni 22, nato a Acri, sarto.
114) Comita Giuseppe, di anni 42, nato ad Ogliastro, contadino.
115) Giannitello Antonio, di anni 43, nato a Castrovillari, contadino.
116) Giannitello Leonardo, di anni 16, nato a Castrovilari, contadino.
117) Quilci Amato, di anni 22, nato a Trivento, musicante.
118) Balzino Pasquale, di anni 28, nato a Lungro, contadino.
119) De Luca Marietta, di anni 36, nata a Fermo, Contadina.
120 ) Marco Ambrosio, di anni 36, nato a Fermo, contadino.
121) Morano Ciriaco, di anni 24, nato a Sant’Agata del Faro, contadino.
122) Trama Francesca, di anni 35, nata a Capri (Napoli) contadina.
123) Scida Antonio, di anni 23, nato a Tropea, contadino.
124) Villani Giuseppe, di anni 24, nato a Scalea, contadino.
125) Lo Russo Pasquale, di anni 56, nato a Bisceglie, muratore.
126) Lo Russo Francesco, di anni 18, nato a Bisceglie, muratore.
127) Lo Ruso Graziella, di anni 15, nata a Bisceglie, muratore.
128) Lo Russo Paolino, di anni 11, nato a Bisceglie, muraotre.
129, 130, 131, 132) Cammo Vincenzo, di anni 34, Corao Giovanna, moglie, Ignazio, figlio, di anni 4, Giuseppe, figlio, di anni 3, nati a Palermo.
133) Spinelli Annita.
134, 135, 136) Saverio Tiano e due compagni.
137, 138, 139 e 140) G. Prazzi, con una donna, due ragazzi e un lattante.
141) M. Lombardi.
142 e 143) Sciamossi e signora Caputo.
144, 145, 146, 147, 148) Balma Emilio, moglie e tre figli.
149) Ferdinando Criscuolo 150) Ruocco Antonio di Luigi, di anni 31.