Generale/presidente in pensione, per un uomo d’onore di fronte a determinate situazioni non esiste che una sola strada da perseguire: dimissioni subito!
Nell’antica Roma il diritto interveniva quando sorgeva un conflitto tra individui, i quali ricorrevano alla legge affinché fossero regolati secondo giustizia. Se, per un verso, il diritto romano non riconosceva particolari libertà ai cittadini, per un altro, non agiva se non quando venisse danneggiato l’interesse di qualcuno. La morte acquistava allora la caratteristica di una libertà del cittadino poiché la legge non interveniva a proibirlo. È lapalissiano che lungi da noi il pensiero che si debba togliere la vita, un atto non ammesso per un cristiano credente.
Chiediamo solo che faccia un passo indietro dal gestire la cosa pubblica: sarebbe un atto onorevole per un uomo delle istituzioni soprattutto quando tradisce lo spirito di servizio e la fiducia concessa dall’elettorato.
Lungi da noi dal paragonarla a Seneca o, andando più indietro nel tempo, a Socrate; purtroppo per lei non possiede tale “stoffa” per essere annoverato tra loro. Nella speculazione, puramente accademica in quanto per i nostri tempi la vita è sacra e nulla può indurre un “essere pensante” a compiere un tale gesto estremo non contemplato dal comune sentire e dal dettame del vecchio e del nuovo testamento, mi fa tornare alla mente Gaio Ofonio Tigellino.
Lasciamo la storia e il diritto agli esperti.
Ciò che le chiediamo è di rimettere il mandato nelle mani dei lucani, ricandidarsi, qualora la giustizia le rendesse onore com’è successo per altri politici riabilitati dagli organi competenti, e lasciare decidere i lucani se è degno di ricoprire insieme ai suoi accoliti nuovamente il ruolo che riveste, stabilendo così se è riuscito a dimostrare le competenze vantate in campagna elettorale qualche anno fa fino all’ultimo atto pubblicitario del “bonus gas”.
L’ex presidente della Regione Marcello Pittella quando fu “investito” dalla tempesta giudiziaria si dimise per meglio tutelare i suoi interessi nelle sedi competenti, evitando di utilizzare il suo ruolo per interferire, in qualche modo, su quanto gli stava accadendo.
Nelle oltre 360 pagine di verbale dell’ordinanza della Procura distrettuale di Potenza, nonostante la presunzione d’innocenza, non fa proprio una bella figura anzi tutt’altro. Come quando pubblicamente asserisce di prendere le distanze da tutto il resto. Ma quando si prendevano decisioni, come in giunta e non solo, ad esempio, lei era presente o usava una controfigura?
Si dimetta al più presto così potrà difendersi al meglio dalle accuse.
Tralasciamo la vicenda giudiziaria, le intercettazioni fanno tremare i polsi anche al più santo degli uomini, e concentriamo l’attenzione per un attimo sulla promessa puramente elettorale del “gas gratuito” ai lucani.
Nelle settimane scorse è stato “raccontato” che il bonus gas sarebbe stato rapido e automatico in bolletta. Oggi invece si scopre la “magagna”!
Per ottenere il bonus ci vorrà un’autodichiarazione legata allo Spid. Non ci sarà una scadenza, ma si potrà fare domanda sempre, ovviamente avendo lo sconto sulla bolletta successiva. L’autocertificazione è scaricabile su Apibas.it.
In ogni caso è una complicazione: non tutti hanno lo spid quindi dovranno rivolgersi a “qualcuno”, ma non bastava la certificazione dei fornitori di energia? Mah!
Insomma, qui vale il vecchio detto recitato al contrario: “Il topolino ha partorito la montagna!”… Una cosa che doveva essere semplicissima si è trasformata in complessa e altamente burocratica.
La contraddizione è evidente. Il 21 settembre, pochi giorni prima delle elezioni politiche, sul profilo Facebook della presidenza, decretando l’ufficialità del bonus, sono state offerte ai cittadini le Faq per orientarsi. Cliccando sul link, la Regione avrebbe risposto a tutte le domande relative al bonus.
Alla richiesta: “Bisogna fare una domanda?”, la risposta è stata inequivocabile: “No!”.
Ma le affermazioni pre-elettorali ora sono state del tutto sconfessate.
Chi governa in Regione è a conoscenza di quante persone anziane vivono in Basilicata?
Altri fatti eclatanti che faranno perdere migliaia di voti a questa destra sono la “sciattezza” e la poca trasparenza: il “finto” aiuto, del quale ancora non si conoscono concretamente i metodi applicativi, non è riservato ai tantissimi lucani che non sono collegati alla rete del gas metano.
Chi non potrà sostenere la spesa (di gran lunga superiore al contributo erogato dalla Regione) per realizzare un impianto fotovoltaico privato, in base a quale norma costituzionale dovrà essere penalizzato? Non sono tutti cittadini lucani che dovrebbero ricevere gli stessi vantaggi e benefici? Quelli “non metanizzati” sono colpevoli di non essere stati mai raggiunti dalle condotte?
Perché prima delle elezioni si sono fatte determinate affermazioni e adesso invece si scoprono nuove procedure burocratiche che provocheranno disagi ai cittadini?
Presidente Bardi più che un “passo di lato” o un “passo indietro” urge il comando che lei conosce bene: “Retromarcia” o meglio ancora “Ci arrendiamo e consegniamo il governo della Regione a chi ha le competenze per gestire la cosa pubblica”.
Un governo targato Fratelli d’Italia farebbe meglio.
Incapaci!
Ben detto e ben scritto. Finalmente un giornalista che ha il coraggio di dire ciò che pensa visto il panorama che offre l’informazione nostrana!