Autonomia differenziata

di Aldo Michele Radice, Responsabile regionale Mezzogiorno Federato

Quando c’è da remare sempre contro il Sud d’Italia spunta come un fungo velenoso l’onnipresente on. Calderoli. Non ha atteso molto questa sbandata Lega del Nord, dopo le recenti elezioni nazionali, a riprendere la proposta di legge sull’autonomia differenziata, ossia una arlecchinata e variopinta applicazione delle disposizioni di legge e dei servizi da erogarsi ai cittadini italiani in maniera differenziata sulla base storica della spesa di ogni singola regione.

Infatti l’articolo relativo proposto così recita: “Le risorse finanziarie, umane e strumentali necessarie all’esercizio da parte della Regione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia sono definiti dall’intesa di cui all’articolo 2 nei termini di spesa storica sostenuta dalle amministrazioni statali nella Regione per l’erogazione dei servizi pubblici corrispondenti alle funzioni conferite quale criterio da superare a regime con la determinazione dei costi, dei fabbisogni standard e dei livelli di servizio cui devono tendere le amministrazioni regionali quali strumenti di valorizzazione e valutazione dell’efficacia e dell’efficienza della loro azione….. .”

Ciò che poi sbalordisce sono le procedure previste nella norma, ossia ogni Regione dovrebbe intraprendere con lo Stato singole trattative e quindi in pratica non solo si avrebbero applicazioni difformi su tutto il territorio nazionale delle materie oggetto di contrattazioni, ma ovviamente tempistiche differenti, senza considerare poi che l’appartenenza politica può da un lato agevolare e assecondare la loro approvazione in talune regioni e in altre  ostacolarle.

Al pasticcio consumato già nel 2001, ed è bene ricordarlo, sotto la spinta della Lega del Nord sull’idea ossessiva dell’applicazione del Federalismo, oggi se ne aggiungerebbe un altro ben più pericoloso e grave per le regioni del Mezzogiorno d’Italia per consentire a questa forza politica di recuperare quei consensi elettorali ormai persi al Nord Italia, visti quelli scarsi acquisiti nell’ultima e recentissima campagna elettorale. Ma per sua fortuna c’è ancora nel Meridione una buona parte dell’elettorato che per far dispetto alla moglie… vota e milita con gran convincimento nella Lega del Nord. Ormai non c’è più limite all’incredibile e alla fantasia politica, ma come si dice… bisogna pur fare qualcosa per campare.

Ancora una volta con la norma proposta si ripercorre la strada in cui lo Stato rinuncia al suo ruolo più significativo e credibile ovvero di fare per davvero lo Stato e quindi di emanare disposizioni generali, uniformi e valide per tutte le regioni su tutte le materie delegabili, lasciando poi a queste il compito di poterle eventualmente adeguare ed adattare meglio ad alcuni particolari e specifici aspetti territoriali, tentando così e in pari tempo di ridurre i divari oggi esistenti tra di esse e di migliorare quei servizi in quelle regioni meridionali che presentano oggigiorno significativi punti di criticità.

Per quanto poi riguarda la posizione politica della Regione Basilicata in merito alla proposta ci sono due circostanze estremamente positive che possono tranquillizzare i corregionali: la prima è quella di un governo regionale saldo e fermo che saprà far sentire sicuramente ed efficacemente la propria voce; la seconda di poter contare autorevolmente su una folta pattuglia parlamentare lucana in seno  alla Camera e al Senato, che farà barricate per difendere ad oltranza gli interessi di noi poveri Lucani. Ai posteri  l’ardua sentenza.

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