Absit iniuria verbo. La Piazza… Agorà o Carro di Tespi?

di Massimo D’Aleppo

Dare spettacolo nella chiusura della campagna elettorale è quasi un’abitudine consolidata della classe politica indigena. Cambia solo la colonna sonora che fa da sottofondo al pavoneggiamento dei teatranti al di là del colore politico e conosciamo bene il daltonismo dei nostri teatranti!

Si passa con estrema disinvoltura da marcette di comune prassi a ritornelli più o meno abusati. Una volta la primavera era di bellezza, oggi è addirittura maledetta! Vuoi vedere, putacaso, che le rinomate acque minerali abbiano avuto il loro effetto diuretico e purificatorio? Meno male che l’acchiappa mosche c’è e che crede di essere su Tik Tok! Chi si purificava con le acque sorgive del fiume padano ora spera di ungersi con l’olio crismatico ed essere finalmente un uomo di Stato!

Le altre piazze dall’altro canto non si smentiscono mai: i cantori del vaffa, di non lontana memoria, sono divenuti statisti d’alto rango e dispensatori di solidarietà e cittadinanza, altri vedono solo il pericolo del passato che ritorna e non hanno il coraggio di guardarsi intorno o extrema ratio farsi un esame di coscienza e specchiarsi in ciò che sono riusciti a fare!

Purtroppo… non ci resta che piangere… o no?

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